La nuova Costituzione tunisina ha vinto sulle armi

Il Paese da cui è partito il processo di transizione araba, pur nel travaglio, ha varato l'assetto del nuovo stato dove l'Islam fondamentalista non è più modello politico ma guida spirituale. Serve far chiarezza sul periodo di Ben Alì perchè la pace diventi autentica riconciliazione. Le parole di un testimone
La costituzione tunisina

Ho avuto la fortuna di essere a Tunisi nei giorni immediatamente successivi all’approvazione della nuova Costituzione da parte dell'Assemblea costituente, avvenuta il 26 gennaio. L’Assemblea costituente si era insediata nell’autunno del 2011 e ha vissuto momenti assai complessi. Basti ricordare l’assassinio, il 6 febbraio 2013, di Belaïd, uno dei grandi leader della primavera tunisina. In quel momento sembrò che tutto potesse finire, ma in realtà la forza pacifica della rivoluzione  è stata più forte di ogni incertezza e debolezza, di ogni tentazione di intraprendere la via della violenza, di ogni distrazione internazionale.

In questi tre anni, per il mio impegno di cooperazione sono andate molte volte a Tunisi, ma anche nella regione e nella città di Kasserine, con cui la regione Toscana, insieme alla regione francese di Paca, ha messo a punto importanti progetti sull’economia sociale e solidale, sulla sanità e sul rafforzamento delle istituzioni e della politica.

Ho sempre pensato, fin dall’inizio, che il Paese potesse essere, e di fatto è stato, uno straordinario laboratorio politico e culturale. Innanzitutto il movimento per il cambiamento ha scelto con coraggio la via della non violenza; ha rifiutato il confronto militare, che avrebbe prodotto un'infinità di tragedie, come si è visto in altri Paesi della riva Sud del Mediterraneo, dalla Libia alla Siria.

I blogger, che hanno cambiato il volto della Tunisia attraverso la Rete in cui tutti erano protagonisti, sono diventati strumenti di un grande processo democratico che ha cambiato l’anima e la vita del Paese. La stessa discussione sulla Costituzione ha avuto come protagonista decisiva la Rete, coinvolgendo associazioni e cittadini sui punti più delicati della discussione nell'Assemblea costituente.

In questo testo si richiamano i diritti fondamentali della persona, l’uguaglianza tra uomo e donna, il valore delle esperienze religiose, l’autonomia della magistratura, il decentramento. Il dato interessante è che tutto questo è il frutto di una discussione collettiva, che segna un punto di non ritorno rispetto al quale non si torna più indietro.

Il fondamentalismo islamico è stato culturalmente e politicamente sconfitto. L’islam non si pone più come modello di Stato, ma come grande percorso spirituale delle coscienze. Finisce l’Islam politico ed emerge in tutta la sua fecondità l’Islam spirituale.

Nel 2011, dopo i primi entusiasmi, molti erano scettici sulla possibilià di conseguire risultati significativi. Oggi, contrariamente a queste previsioni pessimistiche, gli obbiettivi raggiunti sono al di là delle previsioni più ottimistiche. L’Assemblea costituente ha approvato la Costituzione con 200 voti favorevoli, 12 contrari e 4 astenuti. Questa unanimità mostra che il Paese intero l'ha votata.

In autunno ci saranno le prime elezioni politiche della nuova Repubblica, che segneranno l’inizio di una fase totalmente nuova e si annunciano nuove sorprese.

Tre segni hanno scandito la mia breve permanenza a Tunisi: il clima di festa serena per i vicoli dei suk della città, tutti gentili e disponibili, tutti in festa; l’incontro con la moglie di Belaid, uno dei martiri della nuova Tunisia, una donna forte e mite che ci ha parlato della Costituzione come un nuovo inizio, e la presentazione del libro “La rivolta dei dittatoriali", scritto da due donne intellettuali tunisine che vivono in Italia e che è stato il motivo della mia visita.

In questa presentazione ho parlato del bisogno di verità sul tempo di Ben Ali, per creare le condizioni di una riconciliazione autentica che renda saldo il Paese. Uno dei blogger più impegnati nel processo democratico ha cominciato a piangere. Le lacrime gli scorrevano sul viso, perché la verità è esigente e la verità cambia i cuori e lui, con la Rete, aveva accettato la sfida della verità.

Un'ultima osservazione. La Costituzione apre una stagione nuova, ma è necessario accompagnare la Tunisia in un processo di crescita economica che riguardi innanzitutto le zone povere dell’interno, da cui è partita la rivoluzione, come Kasserine. La Toscana ha partecipato al dibattito costituente e al tempo stesso partecipa a progetti di sviluppo in questa regione del Paese. Insieme impariamo la forza e la dignità della politica.

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