La novità del ministero per la transizione ecologica
Una delle novità del nuovo governo di Mario Draghi è il Ministero per la transazione ecologica.
Questo ministero sostituisce quello dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare assorbendo le competenze in materia energetica allo stato attribuite ad altri ministeri, e che presiederà il nuovo Comitato Interministeriale per il coordinamento delle attività concernenti la transizione ecologica.
Affinché quindi si concretizzi il modello di sviluppo sostenibile, tanto nominato ma ben poco perseguito, è necessario che tutto sia incorporato in un unicum istituzionale. La creazione di questo nuovo ministero è importantissima per l’Italia, soprattutto perché il nostro è un Paese fragile dal punto di vista ambientale il cui dissesto idro-geografico sembra aumentare sempre più con l’abbattersi del cambiamento climatico.
Com’è nata l’idea del ministero della transazione ecologica?
Mario Draghi ne ha appoggiato la nascita per favorire l’ingresso del Movimento Cinque Stelle nel governo. Grillo infatti ne ha fatto un cavallo di battaglia per convincere i più scettici del Movimento nell’appoggio al neo presidente del consiglio. L’ex comico aveva citato i modelli di Spagna e Francia dove questo ministero ha competenze innanzitutto sull’energia.
La transizione ecologica poi è da tempo un punto centrale per gli ambientalisti. «Ci auguriamo che l’auspicata riconversione ecologica dell’economia che chiediamo da decenni stia per diventare finalmente realtà. Perché non c’è più tempo» affermano insieme le associazioni Greenpeace, Legambiente e WWF.
In cosa consiste la transazione ecologica?
Innanzitutto comporta la trasformazione di tutto il sistema produttivo italiano verso un modello più sostenibile. La produzione industriale e la produzione di energia devono essere meno dannose per l’ambiente.
Oggi presso l’ex Ministero dell’ambiente – sostituito dal neo ministero – esiste già un dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi che cura le competenze del ministero in materia di economia circolare, contrasto ai cambiamenti climatici, efficientamento energetico, miglioramento della qualità dell’aria e sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale ambientale, valutazione e autorizzazione ambientale e di risanamento ambientale.
Con la creazione di un Ministero ad hoc l’ambiente sarà quindi parte integrante di tutti gli investimenti nell’ottica di una riconversione ambientale del sistema produttivo.
Il Professore Roberto Cingolani, fisico, è il nuovo Ministro per la Transizione ecologica. Nel suo curriculum spicca la direzione dell’istituto italiano di tecnologia che si è imposto come centro di eccellenza nazionale su alcuni settori come la robotica e l’intelligenza artificiale.
Cingolani dovrà conciliare due esigenze apparentemente agli antipodi: spingere il progresso, anche economico grazie all’innovazione tecnologica, e al tempo stesso raccogliere l’appello della scienza che chiede un immediato taglio delle emissioni di anidride carbonica, in linea con l’accordo verde dell’Unione Europea. E bisogna fare in fretta, anche perché il bottino è alto: 70 miliardi di euro del Recovery fund.