La nostra risposta all’Amore
Così di ama Dio: con tutta la mente, con tutto il cuore
Gesù ci ha detto nel Vangelo come dobbiamo riamare Dio: «Con tutta la mente, con tutto il cuore e con tutte le forze». (…) Però cosa significa concretamente?
Con tutta la mente implica anzitutto che la mente non sia occupata da pensieri contrari a Dio e, in positivo, che tutta la propria intelligenza, tutto il proprio ingegno siano donati a Dio. Infatti nei cristiani che sono arrivati ad una grande maturità si avverte come tutta la loro mente è votata al servizio di Dio, della Chiesa, dell’umanità. (…) Vedendo la vita di queste persone, non si concepisce che la loro mente possa pensare a qualche altra cosa che non sia finalizzata alla crescita del Regno di Dio nel mondo. (…)
Nei cristiani più agli inizi spiritualmente, invece, si trova che Dio non prende tutta la mente, che le attività che svolgono non sono fatte completamente per Dio. (…) Si può magari aver lavorato tutta una vita facendo “apostolato”, muovendosi in mezzo alle “cose sacre”, senza aver mai fatto questa scelta profonda e vera di Dio, bensì cercando, in fondo, sé stessi.
Ma poiché Dio le ama, tali persone verranno purificate. (…) E nella misura in cui corrisponderanno, andranno avanti spiritualmente (…). L’amore di Dio è un amore “geloso”: ci vuole tutti per sé perché l’essere umano si realizza più pienamente e trova la felicità vera solo quando è totalmente di Dio.
Questo lo si constata ad esempio vedendo tanti cristiani che, se non avessero conosciuto il Vangelo, sarebbero rimasti persone insignificanti, mediocri, magari buone ma che non avrebbero creato nulla, mentre nella misura in cui Dio prende le loro intelligenze riescono a fare cose meravigliose per sé e per gli altri.
Poi Dio vuole che noi diamo a lui tutto il nostro cuore. Il cuore, nella Bibbia, ha un senso molto ampio, ma in questo momento io vorrei considerare soltanto ciò che riguarda l’emotività, ossia tutta la gamma dei sentimenti che possono essere definiti con la parola cuore. Sono un aspetto molto importante della nostra persona e, tra l’altro, non sono facili da governare razionalmente, da incanalare in modo tale che siano totalmente donati a Dio. (…) Qui è necessaria la virtù della prudenza, perché spesso la nostra affettività è cieca e non riesce ad uscire fuori da certi labirinti.
(continua)
(Da: Colloqui. Domande e risposte sulla spiritualità dell’unità, Città Nuova Ed.)