La normalità oltre la normalità

Lezioni di vita dagli atleti paralimpici. Volti noti o meno noti, storie da scoprire e raccontare. Come fanno alcuni documentari prodotti di recente
Zanardi d'oro nella handbike

Non finisce di stupire Alex Zanardi, l’atleta bolognese, ex campione di Cart e Formula uno, plurimedagliato nell’handbike alle ultime paralimpiadi brasiliane. A raccontare la sua straordinaria esperienza di uomo e di atleta, dopo l’incidente che nel 2001 lo ha costretto all’amputazione delle gambe, un documentario, “50 x Rio”, prodotto da Enervit e presentato nei giorni scorsi al Teatro Franco Parenti di Milano.

 

La vicenda singolare di quest’atleta, che a 50 anni continua a collezionare successi e pensa già a Tokyo 2020, insieme a una lezione di determinazione ne offre una sulla “normalità”. Perché indipendentemente dal suo particolare stato fisico, Alex Zanardi si presenta come uno che fa fatica come tutti ad affrontare la vita, né più né meno, che non si sottrae agli sforzi inevitabili quando si vuole ottenere un risultato, come richiesto a chiunque di noi. 

 

La scorsa settimana ho conosciuto un’altra atleta, Arjola Trimi, oro nei dorso ai mondiali di Glasgow 2015 (dove ha collezionato altre 4 medaglie) e argento nei 50 stile libero alle paralimpiadi 2016. Stessa lezione di vita. «Sono un’atleta, non sono la mia malattia», sottolinea all’inizio dell’intervista che ci concede per il giornale per ragazzi di Città Nuova  Teens. E rimango colpita da un’altra sua frase: «L’unica cosa che puoi fare quando sei colpita da una malattia, ma anche di fronte a una qualsiasi difficoltà, è riuscire a capire non quello che hai perso, ma quello che ti è rimasto e cosa puoi fare con quello».

 

Come scrive Riccardo Barlaam sul Sole24Ore, guardare a questi campioni, «ammirare la loro tenacia, e capire il valore delle loro prestazioni non può non far riscoprire il senso dello sport, quello vero e anche – se ci pensate bene – il senso più profondo della vita, vissuta fino in fondo». Da qui un altro film documentario, “I pesci combattenti”, che racconta la storia di un gruppo di atleti, campioni di nuoto paralimpico, nella fase preparatoria a Rio de Janeiro del settembre scorso. Pensato da Barlaam, è stato realizzato grazie alla disponibilità di un gruppo di professionisti che lo hanno prodotto con zero risorse.

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