La Nigeria prova a voltare pagina
È già passato un anno da quando, in Nigeria, è stato eletto presidente Muhammad Buhari, ma la popolazione non sembra molto contenta del lavoro fatto finora.
Il Paese, infatti, appare diviso. Al Sud, dove la maggioranza della popolazione è cristiana, molti accusano Buhari di aver scelto per il suo governo solo rappresentanti del Nord, tanti dei quali sono musulmani, e provengono dalla tribù degli Hausa. I commercianti, poi, si lamentano della sua politica finanziaria, perché per alcuni mesi ha bloccato tutti i trasferimenti di soldi all’estero.
Non mancano, però, anche al Sud, persone che apprezzano la sua strategia. La Nigeria, negli ultimi anni, ha indirizzato le sue energie nel commercio, importando molti prodotti, in gran parte dalla Cina. Per questo il mercato è colmo di materiale falsificato. Nel grande mercato delle stoffe, per esempio, che da secoli fanno parte della produzione tipicamente nigeriana, ora si trovano mescolate fra le stoffe belle locali, di cotone, quelle di materiale sintetico, importate. Per ridurre le importazioni, il governo vorrebbe implementare le produzioni interne, anche delle materie prime per l’agricoltura.
Il presidente Buhari ha anche intensificato i controlli della polizia sulle strade: ormai, di agenti, se ne incontrano dappertutto. Il risultato è stata la cattura di molti banditi che derubavano le macchine lungo le strade e adesso c’è più tranquillità nel Paese.
Come aveva promesso, il presidente Buhari sta affrontando con decisione anche il problema della corruzione. E così, a gennaio, è stata ad esempio arrestata a Londra l’ex ministro per le Risorse energetiche, Diezani Alison-Madueke per vari scandali in cui risultava implicata.
Un forte incentivo del governo è stato dato alla cultura, con un aumento delle borse di studio, che si possono ricevere superando gli esami. Sono sia per gli studenti delle superiori che per quelli delle università.
Non manca la volontà di rinnovamento anche a livello locale, tra i governatori dei 36 stati della Repubblica Federale della Nigeria, come quello del Cross River State, il senatore Ben Ayade. Come anche in molti altri stati, i dipendenti dello Stato di Cross River non avevano ricevuto lo stipendio dal maggio 2015, con conseguenze penose per la popolazione: per esempio non potevano più pagare le tasse per le scuole e i bambini rimanevano a casa. I lavoratori avevano fatto anche vari scioperi, ma senza effetto. Il 14 gennaio Ben Ayade ha pagato, come aveva promesso durante la sua campagna elettorale, lo stipendio ai dipendenti statali.
Un problema che purtroppo è ancora presente in molti stati è il conflitto fra la tribù dei Fulani, che sono pastori, nomadi, e portano le loro mucche nella stagione secca nel Sud, e i contadini dei villaggi. Negli scontri violenti si uccidono a vicenda e la popolazione piange molti vittime. Ci sono dei progetti di collaborazione fra pastori e agricoltori, ma la poca formazione culturale dei Fulani non aiuta a cambiare una tradizione antica.
Comunque è indubbio che si facciano molti sforzi per creare una situazione pacifica, anche se purtroppo i militanti del gruppo armato Boko Haram sono sempre presenti con attacchi mirati. D’altronde è il terrorismo internazionale che tiene tutti i Paesi nel mondo in stato di allerta. Solo l’educazione ai valori del bene comune e lo sviluppo delle capacità intellettuali di tutti gli abitanti – specie nel nord – possono forse influenzare la mentalità tradizionale e l’impostazione politica di questo Paese.