La nave Mar Jonio e la legge

Evacuati, tramite trasbordo in alto mare, bambini e donne incinte dalla imbarcazione di Mediterranea che, per effetto del decreto sicurezza bis, non può approdare a Lampedusa nonostante le condizioni di emergenza sanitaria per mancanza di acqua. Un braccio di ferro emblematico nella fase di passaggio di governo.

Nella notte di giovedì 29 agosto il Viminale ha dato il via libera al trasbordo dei bambini e donne in stato di gravidanza dalla nave Mar Jonio che tuttavia non può entrare in acque territoriali italiane nonostante il grave stato di allarme sanitario per la «mancanza di acqua destinata a uso igienico e alle altre necessità di bordo, mancanza che si protrae da ormai 40 ore e di cui le autorità sono informate».

L’operazione di trasloco sulla nave della Guardia Costiera è così avvenuta in alto mare, in condizioni di insicurezza come dimostra il video pubblicato sul sito di Avvenire.  Nel colloquio con Nello Scavo, inviato del quotidiano diretto da Marco Tarquinio, abbiamo messo in evidenza l’irragionevole e automatica applicazione di quanto disposto dal decreto sicurezza bis nonostante le evidenti fragilità delle persone raccolte in mare. Una determinazione che non viene meno, dato che 34 persone restano ancora nella nave dell’organizzazione Mediterranea perché resta in piedi il divieto di attracco nel vicino porto di Lampedusa.

La normativa fortemente voluta dal dimissionario ministro Salvini, con il sostegno dell’intero governo gialloverde e il voto di fiducia della maggioranza del Parlamento è al centro del dialogo del nuovo esecutivo e ha avviato nel Paese un vasto dibattito sulla necessità del ricorso alla disobbedienza civile o, come dicono altri, alla “obbedienza costituzionale”. Secondo il parere autorevole dell’ex presidente della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick, raccolto da Agensir, «mettere in piedi un marchingegno complicatissimo per scoraggiare, impedire, intimorire chi pratica il salvataggio in mare è contrario alle Convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia e agli obblighi di solidarietà previsti dalla nostra Costituzione. Mi auguro che la Corte costituzionale garantisca l’osservanza di quest’ultima e delle leggi che devono consentirne l’attuazione».

In ragione del richiamo al “nuovo umanesimo” invocato dal presidente incaricato Giuseppe Conte, probabilmente il nuovo governo provvederà a riformare il testo dei due decreti sicurezza che hanno attirato tante critiche, senza dover attendere il giudizio della Consulta, ma intanto, in questa fase di incertezza e di passaggio diventa sempre più necessario, per ragioni elementari di diritto e umanità, che sia permesso l’approdo alla nave Mar Jonio, per dare avvio alle procedure previste per i richiedenti asilo.

Anche l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha inviato un messaggio di sostegno all’equipaggio della nave umanitaria che non si presta a tanti commenti. «Questo salvataggio è l’ennesima pagina di Evangelo che viene scritta con l’inchiostro del cuore conforme a quello di Cristo:  “ero povero e profugo e mi avete accolto, mi avete liberato” (cfr Mt 25). Dio vi benedica. Benedica quanti sono stati salvati dalle acque sfuggendo dall’oppressione dei dominatori di questo mondo».

 

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