La nave dei folli
La nave dei folli viaggia dentro la pazzia dell’essere umano per (ri)scoprire come questa parola abbia molte più facce e sfumature di quanto frettolosamente si possa concludere.
Lo testimoniano anche parole più precise per definire tale condizione mentale. Neurodiversità, per esempio, concetto attorno al quale ruota questa interessante docuserie di Sky Arte, composta da 6 episodi trasmessi uno a settimana dal 20 gennaio, ma disponibili anche on demand su Now.
Il suo nocchiero, il suo colto e appassionato virgilio, è il narratore italiano per eccellenza, la voce e il ritmo più ammalianti del nostro piccolo schermo: Carlo Lucarelli, con la sua inconfondibile capacità (anche contenutistica) di costruire un racconto. Sua è la supervisione dei testi scritti da Donato Dallavalle, che attraversano le biografie di alcuni personaggi storici, di diverse epoche e con diverse caratteristiche, accomunati da una condizione mentale di forte non omologazione. Tutti, in un modo o nell’altro, legati alla complessità del contesto esterno, sottoposti alla loro pressione; tutti legati alla frase che apre ogni puntata della riflessione sul tema della pazzia offerta da La nave dei folli, attraverso le parole dello stesso Lucarelli: «Per gli antichi, chi non obbediva alle convenzioni sociali, doveva essere abbandonato a una vita errante, senza terra ferma. Per questo molti grandi personaggi della storia sono stati considerati eccentrici, pericolosi, pazzi. Ma lo erano davvero? O erano soltanto diversi o troppo moderni? Oggi, grazie alle nuove prospettive della storia e della psicologia, proviamo a ricostruire le loro vite, per capire se possono svelarci qualcosa del nostro presente, e di noi stessi».
Le vite raccontate in questa docuserie il cui sottotitolo è “Oltre la ragione”, e che inevitabilmente diventa anche un tuffo nella storia, sono quelle del musicista Robert Schumann, dell’imperatore Nerone, della scultrice Camille Claudel, dello scrittore Lev Tolstoj − raccontato insieme al medico Cesare Lombroso − e poi della psichiatra Madeleine Pelletier e della regina Giovanna di Castiglia, detta Giovanna la pazza.
Personaggi e personalità diverse, anche con le loro opinioni non sempre condivisibili, ma qui la cosa interessante è lo scavo dentro un malessere che è sempre unico e può essere fatto di amore non ricevuto, di vedute diverse dalla norma e frustrate, opposte rispetto alla corrente del tempo, di patologie curate male, di obblighi sociali da rispettare contro la propria indole.
Lo spiegano bene anche le puntuali e dettagliate testimonianze degli esperti che intervengono a punteggiare i racconti: lo psicoterapeuta e divulgatore Michele Mezzanotte, l’avvocata e attivista Cathy La Torre, lo storico della medicina all’Università di Pavia Paolo Mazzarello, la psicologa e fondatrice del Centro TICE, Francesca Cavallini, lo psichiatra e psicoterapeuta Gaspare Palmieri.
Insomma, la parola pazzia – ribadisce questo approfondimento denso e scorrevole, prodotto da Tiwi e arricchito con funzionali animazioni analogiche e digitali – sembra davvero riduttiva, e ormai desueta, per racchiudere la complessità e la vastità della sofferenza mentale umana.
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