Se è vero che il Vangelo non è cultura è altrettanto vero che il cuore del credente, raggiunto, dal messaggio evangelico,  non può non produrre una cultura che esprima la novità dell’uomo-in-Cristo, una cultura ‘cristiana’; la quale si articola in una pluralità di forme teoriche e pratiche che, ogni volta,  sono ben lungi dall’essere definitive,  Suo fondamento è la Sacra Scrittura; suoi cardini sono la dottrina trinitaria e la cristologica.  Le scuole nate in età patristica  non entrano in competizione con la paideia classica. Così pure, più tardi, le scuole monastiche, episcopali e presbiteriali mantengono un carattere religioso. Sono esse che preparano la nascita delle Università medievali del XII e XIII secolo, essendo costituite da comunità di docenti e di studenti e sostenute dalle autorità imperiali o comunali o ecclesiastiche. La sfida loro posta è quella di sapere armonizzare la verità ‘scientifica’ con la verità religiosa,  una sfida che ancora oggi ha piena attualità.

 

In itself the Gospel is not culture. But it is equally true that the heart of a believer touched by the Gospel message cannot but produce a culture that expresses the novelty of being in Christ, a “Christian” culture. This culture is articulated in a plurality of theoretical and practical forms that, in each case, is far from being definitive. The basis of “Christian culture” is Sacred Scripture, its key points being Christological and Trinitarian doctrine. The schools that arose in the Patristic era were not in competition with the classic paideia. Likewise, later on, Monastic, Cathedral and Presbyteral schools kept a religious character. They prepared for the birth of the Medieval Universities of the twelfth and thirteenth centuries that were made up of communities of teachers and students and supported by Imperial, regional or Ecclesiastical authorities. The challenge for them was how to harmonise “scientific” truth with religious truth, a challenge that is still very relevant today too.