La Napoli di Maurizio De Giovanni

Riproponiamo un'intervista allo scrittore Maurizio De Giovanni, pubblicata sulla rivista Città Nuova nel 2021.
Maurizio De Giovanni, foto LaPresse

Molti suoi romanzi sono tradotti in inglesespagnolo, catalano, tedesco e francese. Dalle sue opere sono tratte tre serie tv: I bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre e Il commissario Ricciardi. Lo scrittore Maurizio de Giovanni, 63 anni, è nato a Napoli, dove vive e lavora. Dal 2020 è anche presidente del Comitato scientifico per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano della Regione Campania per promuovere iniziative di studio e ricerca sulla lingua partenopea.

Al di là degli stereotipi, cos’ha da dire Napoli oggi?
Napoli è una multiforme e plurale capitale del Sud del mondo. È un universo che ha al suo interno tutto e il contrario di tutto, ed è inevitabilmente proiettata verso una realtà europea che la coinvolge sempre di più man mano che aumentano le opportunità digitali, che consentono di essere globalmente presenti pur mantenendo la propria identità culturale.

Oltre ai bravissimi attori che la Rai ha scelto come interpreti dei suoi romanzi (Gassman, Rossi, Guanciale), quanto Napoli e le marginalità sociali sono attori protagonisti?
Nelle mie storie Napoli è assoluta protagonista. Non avrei mai scritto niente se non fossi stato napoletano: i contrasti e i conflitti che la città offre sono un territorio narrativo irrinunciabile, non saprei farne a meno.

Lei racconta, tra le righe ma non troppo, storie di marginalità sociale: cosa arriva al grande pubblico?
In verità non sono interessato a raggiungere il grande pubblico, non penso ai lettori quando scrivo. Si racconta pensando sempre e comunque ai personaggi, alle loro vite e al loro mondo. Il successo è una conseguenza eventuale, altrimenti sarebbe raggiungibile da ognuno per ogni storia.

Le fiction quanto aumentano o eventualmente diminuiscono il valore della parola scritta?
La fiction è il prodotto di molte professionalità, che esercitano la propria autonomia creativa: regista, attori, scenografi, costumisti, ecc. Il risultato è qualcosa di diverso, che può essere più o meno incisivo, rispetto al romanzo. Io scrivo romanzi, e ne sono molto felice. Quello che succede a valle delle mie storie non dipende da me.

Cosa c’è ora nell’inchiostro della penna di Maurizio de Giovanni?
Sto preparando la prossima storia di Mina Settembre, che va prendendo forma. Ne sono molto soddisfatto. Successivamente scriverò un atto unico per Maione e Bambinella (due attori de Il commissario Ricciardi, ndr), che si potrà vedere a teatro, spero, quando sarà finito questo tremendo periodo. Ci faremo trovare pronti, insomma.

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