La mia notte non ha oscurità
La maternità umana e spirituale di un'educatrice: Maria Spiandore Scagnelato.
Anna ha sei anni. Accade che, a sorpresa, nomini la nonna che non c’è più da mesi, come se avesse stampigliato in cuore il suo viso, le parole e i gesti essenziali quotidiani. Maria era così: entrava nella vita altrui con generosa discrezione, lasciando per questo suo stile intelligente e rispettoso un’impronta indelebile. Fosse un attimo o una lunga convivenza, un’ombra o un sorriso. Lo stesso sguardo colgo nelle due figlie Donatella e Umberta, la più giovane, che osserva: «Mamma non mi manca. Per la sua modalità di presenza attenta e silenziosa, per me c’è allo stesso modo di prima». Il nipote Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio a Roma, la definisce «la discrezione dei grandi spiriti». «Quando giungeva lei nella riunione o nel consiglio, tutto si assestava – ricorda commosso il marito Dino – :sapeva armonizzare posizioni e superare divisioni». «Posso aiutare ad ascoltarsi e a diventare più forti insieme», diceva Maria a proposito del suo istintivo impegno, teso ad unificare gli obiettivi e le prassi dei movimenti ecclesiali e delle numerose iniziative sociali a cui partecipava intensamente.
«Non posso più essere insensibile a disagi, difficoltà e tensioni», scriveva negli anni Settanta, appena scoperto l’ideale di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari. E fu parola d’ordine per un’esistenza piena, straordinariamente feconda. Alleato di sempre, Dino, il compagno di una vita. La famiglia di Giuseppe da Matera deve essere accolta a Padova per seguire gli interventi chirurgici e riabilitativi del figlio? Maria e Dino aprono la loro casa. Le ragazze russe sono sole? Maria c’è, le sostiene, le guida. Così per tunisini, filippini, slavi, arabi, rumeni…che guardano dall’album della famiglia Scagnelato con l’affetto di figli acquisiti e di amici. Maria è l’anima di quella vita, con la complicità di Dino. Ricorda la sorella Fernanda: «Mai un lamento, una critica, una recriminazione, ma riservatezza, discrezione ed essenzialità», proprio come scriveva: «Pazienza, costanza, povertà hanno senso se tu ami; se hai il cuore pieno d’amore non c’è posto per un’impazienza o altro di negativo». È anche insegnante ed educatrice: il suo sguardo va alla profondità della persona, dei giovani, soprattutto là dove percepisce il dolore e la difficoltà esistenziale. La sua è una maternità umana e spirituale.
Ma giungono anche momenti bui. Marina, la maggiore delle figlie, ritorna al Cielo nel 1985. Ed è rivedendo l’ultimo cammino di Marina che si comprende meglio anche Maria. Madre e figlia: un percorso inverosimilmente all’unisono. Una figlia nata due volte. Una madre che tenacemente l’accompagna a rivedere la luce. Accanto al suo dolore, Maria sorride, porta fiduciosa il peso di quella lacerazione. Grazie alla famiglia, Marina riscopre l’amore di Dio ed ora trova le risposte all’affannosa ricerca: «Vorrei andare sul pulpito a gridare a tutti quello che ho scoperto». Lo sguardo limpido e il sorriso di Marina commentano le ultime frasi: «Sto bene, sono contenta, grazie di tutto».
Nel 2007 Maria incontra la malattia che la porterà alla morte nel febbraio 2009. Scrive: «Ho sentito in ogni momento una forte unità… una realtà vissuta e sperimentata». Si succedono mesi dolorosi, ma Maria non smette di spendersi nell’amore verso tutti: familiari, parenti, amici, compagne di stanza, infermieri, medici…«Io la conosco da poco tempo, ma posso dire che il Paradiso è proprio il posto giusto per lei», racconta una dottoressa in ospedale. «Al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione»è la parola che custodisce. E lascia segni profondi in tutti, anche nei momenti di buio, nei quali si aggrappa alla certezza che «la morte in Dio non esiste», proprio perché «la mia notte non ha oscurità». Una promessa che trova in lei il compimento fino all’ultimo istante, quando sembra comprendere che tutto è compiuto e Dio la chiama a sé: ora può raggiungere la dimora che l’attende e che ha sostenuto la sua speranza.
Nella foto: Maria con le figlie Donatella e Umberta, il marito Dino e le nipoti Anna e Emma.