La mia GMG

Più di un milione di giovani, con 700 vescovi e migliaia di sacerdoti mescolati tra loro. La speranza, le lacrime, le domande, la fede. La testimonianza del Co-presidente del Movimento dei Focolari
GMG (AP Photo/Gregorio Borgia)

Ho partecipato a quattro GMG: le prime due (non conto quella di Roma del 1985, che credo fosse solo una prova di quelle che sarebbero diventate le vere GMG) e le ultime due. Tutte hanno avuto un significato speciale nella mia vita.

Le prime mi hanno colto giovane (intorno ai trent’anni); le ultime già parecchio adulto. In quella di Buenos Aires ho accompagnato un gruppo di dirigenti della pastorale universitaria, dove ero docente e consulente.

A Santiago de Compostela ho avuto la grazia di essere vicino a Chiara Lubich, che ha guidato una catechesi in una chiesa centrale della città, gremita di giovani. Il tema scelto era: “Gesù è la via”. Ricordo bene la forza delle sue parole e l’attenzione con cui i giovani la seguivano. A quel tempo Giovanni Paolo II trasudava ancora giovinezza ed energia e la sua leadership con i giovani era indiscussa, cosa che non perse nemmeno quando la malattia cominciò a intaccare le sue forze.

Le ultime due GMG le ho vissute con un papa ottantenne, altrettanto energico e carismatico, anche se in modo diverso dal pontefice polacco. In quest’arco di tempo (più di 30 anni) la situazione della Chiesa e del mondo è cambiata in modo sostanziale. E credo che questo sia il motivo per cui l’incontro di Lisbona è stato così speciale.

GMG (AP Photo/Armando Franca)

Infatti, non avrei mai pensato che in una città del continente europeo la Chiesa potesse riunire più di un milione di giovani. Nessuno ignora la crisi istituzionale che la Chiesa cattolica sta attraversando, soprattutto dopo l’esplosione della vicenda degli abusi. Come è possibile che un’istituzione caduta così in discredito possa ancora essere attraente per i giovani? E che dire dei quasi 700 vescovi e delle migliaia di sacerdoti che hanno accompagnato i giovani in questa giornata? Erano in mezzo a loro!

Ho visto giovani camminare per Lisbona con il sorriso sulle labbra, la gioia sul volto, l’entusiasmo che traboccava nei loro cuori. Hanno cambiato il mio sguardo e hanno lasciato la mia anima piena di speranza. Durante la Via Crucis di venerdì 4 agosto, ho potuto anche costatare il peso che portano sulle spalle e la loro capacità di esprimerlo con una bellezza e una profondità di contenuti fuori dal comune.

GMG (AP Photo/Armando Franca)
GMG (AP Photo/Armando Franca)

L’immagine di Maria che canta la Ninna nanna mentre tiene tra le braccia il figlio del suo grembo, suo figlio, il Figlio di Dio (tredicesima stazione) mi ha fatto scendere lacrime profonde e intense. Così come il silenzio assordante di 1,5 milioni di giovani inginocchiati in adorazione del Santissimo Sacramento.

Sento che lo Spirito Santo mi ha dato una lezione in questi giorni attraverso l’atteggiamento e i gesti di tutti questi giovani. E questa lezione mi dice che non posso rimanere nella prova, nella crisi.

Mi dice che devo camminare senza fermarmi. Mi dice che devo avere fiducia nel fatto che solo Cristo crocifisso può assumere la colpa della comunità (la Chiesa intera) e guarirla, redimerla, come affermava D. Bonhoeffer.

Mi dice che devo imparare a adorare il dono dell’umanità del Figlio che il Padre ci ha fatto attraverso lo Spirito, perché in quell’umanità risorta del Figlio tutta la nostra umanità ferita, assetata di trasfigurazione, può e vuole trovare ospitalità.

GMG (AP Photo/Armando Franca)
GMG (AP Photo/Armando Franca)

Perché i giovani amano tanto i Papi? Perché accorrono a lui quando li convoca di tanto in tanto, perché una generazione passa la parola all’altra in modo che queste giornate siano sempre nuove e attuali, perché nella vecchia Europa, dopo tre anni di dura pandemia, un milione e mezzo di giovani hanno risposto, ancora una volta, alla chiamata?

Posso trovare una sola risposta: l’assenza del Padre nella nostra cultura occidentale.

Ho perso mio padre all’inizio di quest’anno. Per questo ho pianto tanto quando papa Francesco ha voluto che tutti noi presenti alla messa di invio ricordassimo le nostre radici, ricordassimo coloro che ci hanno trasmesso la fede.

Lisbona, 8 agosto 2023.

Di Jesus Moran leggi anche: Non abbiate paura! Fatevi coraggio

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