La mentalità della gente è cambiata

Mentre il parlamentino della Crimea ha accelerato le tappe verso la secessione della penisola, la diplomazia tenta ancora di evitare il peggio. Il politologo Fedor Kyryluk cerca di spiegarci perché la gente del Paese ex-sovietico si è girata verso l’Occidente dell’Europa
Kiev

È in un bar che dà su piazza Majdan, un po' tramortita dalle notizie provenienti dalla Crimea, che incontro il professor Fedir Kyryluk, docente di Storia delle teorie politiche alla pubblica università Shevchenko di Kiev. È il padre della politologia post-comunista, sul suo manuale gli studenti di Scienze politiche studiano dalla caduta del muro di Berlino. «Tra i manifestanti certamente ci sono delle forze di estrema destra antieuropeiste, come Pravij Sektor, “settore di destra”, che volevano radicalizzare le manifestazioni. Ma il Paese si è ritrovato coeso attorno all'idea europeista, quindi anche queste forze debbono adeguarsi». Non nasconde il suo credo europeista e la sua fiducia nei ragazzi di Majdan, il prof. Kyryluk. Poi si spiega: «Le persone sono scese in piazza non per chiedere pane, non per invocare misure contro la disoccupazione, ma per chiedere dignità. Questa è la grande differenza tra questa favola e quella "arancione". La gente oggi non chiede a chi appartenga un edificio pubblico, ma in che modo possa servire per il bene pubblico. La disillusione nata dalla rivoluzione arancione èstata scalzata dalla nuova ondata di fiducia della Majdan».

Quando, secondo lei, è stata ingranata la marcia superiore?
«Quando il presidente Yanukovich ha calpestato la dignità umana dei manifestanti, rifiutando l'accordo con l'Unione europea. Il presidente non credeva che la coscienza politica dei suoi concittadini fosse così aumentata. Ma i giovani di Majdan parlano le lingue, hanno viaggiato in altri Paesi europei, hanno conosciuto la vera democrazia e il rispetto dei diritti umani. Ora vogliono che anche in Ucraina venga instaurata una vera democrazia. Certamente in alcune regioni dell'Ucraina la gente ancora non ha alzato a testa, penso a Donetsk, la roccaforte di Yanukovich. Lì si aprono ancor oggi delle miniere illegali in cui la gente lavora in stato di semi-schiavitù, senza nessuna protezione pubblica. E il 70 per cento dei profitti finiva per giunta nelle mani della “famiglia”di Yanukovich! La gente si è sentita offesa nella propria dignità dalle corruzioni dei carrieristi di tale congrega».

Il vostro Paese è realmente filo-europeo?
«No, fino a ieri, ma oggi sì. La grande maggioranza degli ucraini è a favore dell'Europa, ma permangono larghe sacche della popolazione che la rifiutano. Ma forse l'Europa stessa finora non ha capito l'importanza della Majdan, e non ha capito che i nostri giovani avevano serissime intenzioni. Le cancellerie occidentali avrebbero potuto far pressione su Mosca, convocare ambasciatori, erigere la barriera di sanzioni economiche, ma non hanno fatto nulla. Ora posso dire che la Majdan verrà studiata per capire come si cambia la mentalità di un popolo ex-sovietico. La gente finora ha rispettato quanto veniva deciso dai politici, dall’alto, ma oggi vuole che le leggi maturino dal basso. La piramide si è rovesciata, la gente diffida dai partiti politici e vuole parlare del bene comune. La Majdan è inoltre riuscita nel miracolo di mettere assieme i fedeli di tante Chiese diverse, tutti hanno pregato insieme, in piazza, per la pace. Il problema non sa nelle lingue, qui si parla russo e ucraino e inglese e tedesco… La Majdan è il seme da cui nascerà una Ucraina veramente democratica».

Esercizi di guerra civile?
«Non mi fido dei media. Il miglioramento della coscienza civile non permetterà una guerra intestina all’Ucraina. Non bastano 3 mila manifestanti a Kharkiv o a Donetsk per scatenarla. C'è un forte pacifismo ucraino di base».

Il governo appare tuttavia ancora molto debole…
«Sì, lo è. Troppi anti-russi, troppa gente dell'Ovest. È debole anche perché tutto l'apparato statale era asservito al regime di Yanukovich e non è ancora passato dalla parte dei nuovi poteri. Sono state sciolte le forze speciali, le famigerate berkut, le aquile reali, ma non è stata ancora istituita una struttura di sicurezza adeguata. E non ci sono soldi in cassa, Yanukovich ha portato via tutto, le riserve d'oro sono scese da 75 miliardi di dollari a 25».

Cosa dice la sua sfera di cristallo?
«L’Ucraina ha raggiunto l'indipendenza 23 anni fa dopo 450 anni di dominazioni estere. Mosè ha viaggiato 40 anni verso la terra promessa, noi abbiamo ancora 17 anni a disposizione! La Majdan è il simbolo di un Paese rinnovato che cerca e vuole una reale fraternità universale».

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