La medicina introvabile

M.si offre per andare a cercare, per conto di un’amica, alcune cose, tra le quali delle medicine, di cui una certa persona ha urgente bisogno. Entra in diverse farmacie, ma quel prodotto non si trova. Intanto, si è allontanata dal centro città e si trova in vie dove non ci sono autobus. Fa molto caldo e M. si domanda se continuare, perché ovunque le dicono che la medicina è esaurita. Vuole però amare come Gesù insegna, fino in fondo. Decide allora di consegnare all’amica le cose che ha già comprato, per poi proseguire la sua ricerca. Ma non la trova in casa. Bussa all’appartamento vicino per lasciarle almeno un messaggio. Le apre una signora che si interessa di lei e di ciò che sta facendo. Con sua grande sorpresa, M. si sente dire: Ma io ho questa medicina ce l’ho. Se vuole gliela do per la sua amica!. M.B. – Thailandia Da tempo Sargon soffriva di forti dolori allo stomaco provocati da un virus preso bevendo acqua inquinata (dopo la guerra del Golfo, le tubature erano rimaste danneggiate). In quel periodo c’era scarsità di medicine a Baghdad e Sargon aspettava da due mesi la sua, che doveva arrivare dall’estero. Quando l’ebbe, fuori di sé dalla gioia, corse in clinica per farsi fare l’iniezione. Mentre aspettava il suo turno, sentì una signora anziana che faceva la fila dire a una sua conoscente che aveva contratto lo stesso virus. Pensando che in lei era presente Gesù stesso, Sargon decise di rinunciare a quella medicina per offrirgliela. L’altra, incredula, gli diede un bacio in fronte benedicendolo. Sargon tornò a casa pieno di gioia, ma quale non fu il suo stupore nel costatare di essere guarito completamente da quel momento. S.Y. – Iraq Con due signorine della parrocchia arrivo da una ragazza in fin di vita che loro assistono: è una prostituta e si chiama Eliete. Sulla porta incontro il medico che sta uscendo. Padre – mi dice -, questa poveretta al massimo avrà due o tre giorni di vita. Stia molto attento però, perché si tratta di una malattia venerea contagiosa. Trovo una diciottenne fisicamente disfatta con piaghe su quasi tutto il corpo. Eliete mi racconta una storia dolorosissima: senza aver mai sperimentato l’amore vero, è andata a finire sul marciapiede per sopravvivere. Esprime il desiderio di confessarsi per ricevere l’Eucaristia: Voglio morire come una figlia di Dio, anche se sono una grande peccatrice. Prima però di darle l’unzione degli infermi, ricordando le parole del medico, mi sento come paralizzato dalla paura. Ma una voce mi risuona dentro: Sei sacerdote per tutti, anche per lei. Cerco di vincere il timore di perdere la buona reputazione e faccio il mio dovere. Eliete sorride, è pronta per l’incontro finale, ma non riesco a convincermi che quella creatura debba morire nel fiore degli anni. E se Gesù ti guarisse, cosa faresti?, le chiedo. Tornerei a casa dai miei e direi loro che è meglio morire di fame piuttosto che vivere in quest’inferno . Chiediamo insieme nel nome di Gesù la grazia della guarigione. Dopo qualche tempo le due persone che l’assistevano mi portano la sorprendente notizia: Eliete è guarita, ha abbandonato per sempre quel luogo di dolore ed è tornata a casa dai suoi. E.P. – Brasile

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