La mediazione secondo il Vangelo
Si è concluso il Sinodo della famiglia ma il Sinodo continua. Il documento finale votato viene consegnato per questo anno alla preghiera e alla riflessione di tutta la Chiesa cattolica, per arrivare alla sintesi finale tra un anno.
Qualche giorno fa si è scritto del Sinodo come un «tempo di conversione» e puntualmente il papa ha parlato delle cinque tentazioni del sinodo: l’irrigidimento ostile, il buonismo distruttivo, trasformare le pietre in pane e il pane in pietre, lo scendere dalla croce, il trascurare il depositum fidei.
Francesco sa che il successo del Sinodo sta nella sua conversione al Signore rispetto alle tentazioni che appesantiscono il passo della Chiesa. Già le ginocchia sono assai infiacchite e oggi il passo è lento e debole e la lampada della Parola talvolta sembra spenta per i nostri passi.
Il papa ha chiesto all’inizio per tutti il dono della parresia (dal greco pan rao, dire tutto il Vangelo e dunque dire con coraggio il Vangelo) e la parresia è diventata la virtù del Sinodo, che, unica, poteva evitare le tentazioni politiciste e di potere, di dividere minoranze e maggioranze, accentuando il conflitto nella Chiesa stessa.
Ma proprio la parresia ha cambiato il cuore dell’Assemblee sinodale, perché ciascuno è stato chiamato a parlare liberamente e intensamente secondo l’Evangelo. E nel dialogo le posizioni si modificano nell’ascolto l’uno dell’altro. Il dialogo non è tra la verità e l’errore, ma tra discepoli del Signore che condividevano e mettevano insieme la ricerca dell’unico Vangelo, nella differenza delle storie, delle tradizioni e delle culture.
Il papa non ha cercato la mediazione politica al centro tra destra e sinistra, ma ha chiamato tutti alle mediazione secondo il Vangelo, che ha nella misericordia e nel perdono il suo cuore, la sua verità e la sua misura. Diceva papa Giovanni XXIII poco prima di morire: «Non è il Vangelo che cambia, ma siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio».
Ecco, papa Francesco ha chiesto al sinodo di cominciare questa comprensione migliore del Vangelo, che non può non cambiare il cuore di tradizionalisti e progressisti, di rigidisti e di lassisti, di dottrinalisti e spiritualisti. Supera così l’antica discussione tra sinodo consultivo e sinodo deliberativo e fa del Sinodo il luogo del rinnovamento spirituale ed evangelico della Chiesa cattolica che, come il vino nuovo del Vangelo, ha bisogno di otri nuovi perché i vecchi si rompono. Ha bisogno di strumenti nuovi, per non rimanere imprigionata nel passato.
Il Sinodo è stato questo luogo di una nuova, più obbediente e fedele comprensione del Vangelo, dove siamo coinvolti dalle sorprese di Dio. Dice il Signore nel libro dell’Apocalisse: «Io faccio nuove tutte le cose». Non solo alcune ma tutte, in forza dello Spirito che viene a rinnovare la terra. E chi non comprende le sorprese di Dio non comprende Dio e il suo Vangelo.