La magia di un buon libro
Mi ricordo d’estate, io bambina nascosta sotto il tavolo nel terrazzo di casa, a leggere quei “grandi libri” che mio papà aveva comprato per i fratelli maggiori. Mi piacevano quelle pagine ampie, che quasi le mie manine non riuscivano a girare. Poi crescendo ho imparato a tenerli in mano: rileggendoli più e più volte, “mi sentivo protetta”. A volte mi vedo ancora lì per terra, ai piedi del letto, o sul balcone al sole a leggere, con mia madre che chiamava: «Ma dove ti sei cacciata?». Io non rispondevo: ero nel mio mondo fantastico, e non volevo uscire!
La magia di un buon libro ci costruisce dentro. Alle scuole elementari scambiavamo libri, “la biblioteca di classe”: gli occhi mi brillavano quando era il mio turno di decidere cosa prendere. Quell’incanto mi è rimasto sempre, anche davanti ai libri che poi “sono stata costretta a leggere” alle scuole superiori. Ma cosa vuol dire “leggere un buon libro”? Cosa significa “buono”? Forse è più esatto dire “un libro che mi piace”… Quelli più che mi sono piaciuti li ho riletti varie volte, a mo’ di “cura”, quando ho avuto bisogno di una particolare dose di “bellezza”. La sostanza di un’opera bella – quadro, scultura, musica, libro – ha davvero proprietà terapeutiche!
La frase di C.S. Lewis, «leggiamo per sapere che non siamo soli», mi ha riempito il cuore della convinzione che un buon libro è anche un ottimo compagno di viaggio. Anni fa, mi sono trovata accanto a mio papà nell’ultimo tratto della sua vita terrena; in ospedale. Era notte, non volevo lasciarlo, sentivo il suo respiro semi-incosciente: un po’ pregavo, un po’ lo ascoltavo e poi… leggevo. Un bellissimo romanzo di Émile Zola, Il Paradiso delle Signore (niente a che vedere con la scialba serie tv!). Quel romanzo mi prese, mi diede quiete; la notte era lunga e avevo bisogno di compagnia per vegliare… momenti durissimi eppure dolcissimi, perché davvero un bel libro può essere un amico a cui confidare emozioni, paure, sentimenti che a volte ci sopraffanno.
Spesso ho letto libri su consiglio di amici fidati. Alcuni mi sono stati regalati o indicati come “un bene prezioso”: questo per me ha un valore aggiunto perché non è solo un modo per assaporare una lettura nuova, ma anche per conoscere l’amico, il donatore. Poter entrare in amicizia con lui, con lei. Leggere mi ha aperto mondi, non solo quelli in cui mi imbattevo leggendo, ma anche quelli delle anime delle persone con cui potevo condividere poi la lettura e la vita.