La madre della mia vocazione

Un religioso brasiliano racconta l'incontro con il carisma di Chiara, avvenuto nel 1958 e il suo contributo ai primi passi del Movimento dei Focolari in Brasile.
Benedito Libano
Aver conosciuto Chiara per me è stata una grazia molto grande. Incontrai il Movimento dei Focolari nel 1958, mentre studiavo nel liceo del seminario del Pime di Assis (San Paolo, Brasile). Ero assistente di un gruppo di seminaristi e il vicerettore, Luigi Confalonieri, ci proponeva delle riunioni periodiche, nelle quali raccontava sempre delle esperienze sulla Parola di vita. 

 

In questo modo, piano piano, mi interessai al Movimento. Luigi mi fece conoscere la spiritualità dell’unità, nella quale vidi una luce che illuminava tutta la mia vita e cercai immediatamente di metterla in pratica.

 

Successivamente mi misi in contatto con un sacerdote di Recife, responsabile dei sacerdoti, che mi mandò del materiale sul Movimento, tenendomi al corrente delle sue attività e della sua vita. Insieme con lui andai ancora più in profondità nella esperienza dell’unità.

 

Nel 1967, nella Mariapoli svolta a San Paolo, Enrico Pepe mi disse che a Roma stava nascendo il Movimento Gen’s per i seminaristi e mi chiese se ero disposto a cominciare anche in Brasile. Risposi affermativamente e cercai altri cinque seminaristi con i quali iniziammo il Movimento Gen’s. Enrico mi nominò responsabile per il Brasile e portai avanti questo incarico fino alla mia ordinazione sacerdotale, nel dicembre del 1969.

 

Poi i miei superiori mi mandarono in missione a Manaus, dove ho avuto la grazia di vivere l’Ideale dell’unità e di contribuire a far nascere il Movimento anche in questa città. Come frutto della mia attività apostolica nacquero molte vocazioni per l’Opera di Maria, per la Diocesi e per alcune Congregazioni religiose.

 

In questo periodo tutti gli anni partecipai alla scuola dei religiosi, facendo 5000 km di viaggio. A Manaus ero solo, non c’erano religiosi del Movimento, avevo tante attività nella parrocchia e molte volte la sera tornavo a casa stanco, un po’ disanimato, ma trovavo la comunione di vita dei religiosi del Brasile, la leggevo, mi nutriva e mi dava la forza per ricominciare. E ogni mese cercavo anch’io di contribuire alla comunione dei religiosi, raccontando qualche esperienza.

 

Chiara è sempre stata presente nella mia vita. Varie volte le ho scritto e lei sempre mi ha risposto. Ogni volta che partivo per una nuova missione (e sono state tante dopo Manaus) le scrivevo e lei mi mandava indicazioni preziose per il mio nuovo lavoro.

 

Nel 1973 andai a Frascati per la scuola sacerdotale, non c’era ancora il Centro internazionale di spiritualità “Claritas” a Loppiano. In questo periodo Chiara mi diede una Parola di vita personale, “Non quello che io voglio, ma quello che vuoi Tu, o Padre” (Mt 26, 39), che è diventata l’orientamento costante della mia vita.

 

Tutti i giorni medito su questa parola: devo fare la volontà di Dio! Così, quando arriva Gesù Abbandonato, è volontà di Dio abbracciarlo, ed è il momento più bello della mia vita, perché è il mio Sposo che viene.

 

Mentre frequentavo il terzo anno di teologia ci fu un grave problema nella facoltà a causa dell’opposizione dei professori e degli alunni all’Humanae Vitae di Paolo VI. In classe difesi da solo il Papa e questa forza l’avevo attinta all’Ideale di Chiara.

 

In quel tempo otto miei compagni del Pime lasciarono il seminario. Ciò che mi salvò è stata la vita del Movimento dei Focolari. Chiara è stata realmente la madre della mia vocazione e durante tutta la mia vita la spiritualità del Movimento è stata la risposta a tutti i miei problemi. Mi ha fatto diventare un vero missionario del Pime. Per esempio, vivendo la spiritualità del Movimento, non ho mai scelto il luogo dove andare e ho lasciato che fosse il superiore a dirmi la volontà di Dio.

 

Ho fatto la scelta di Gesù Abbandonato e di Maria Desolata come ideale della mia vita. Cerco di vivere “o l’unità o la morte”. Con la sua presenza in cielo, Chiara continua ad essere mia madre, perché la sento sempre al mio fianco.

 

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