La Madonnina scende in Duomo
La celebre statua, simbolo di Milano, rimarrà esposta fino a giugno accanto al fonte battesimale. Un'occasione unica per ammirarla da vicino
La Madonnina. Origine e storia di un simbolo è il titolo dell’esposizione dedicata alla protettrice dei milanesi e della loro città. La celebre statua, che dal 1774 sta posizionata sulla guglia più alta della navata sinistra del Duomo, ora “scende” per essere ammirata da vicino: resterà in mostra accanto al fonte battesimale fino a metà giugno, con le opere che ne costituiscono la storia e la struttura. A cominciare dal busto originario in noce intagliato nel 1769 da Giuseppe Antignati, unica parte rimasta del modello ligneo usato per dare forma a 33 lamine di rame dorato; poi l’alabarda in rame sbalzato e dorato, originario complemento della statua usato per nascondere il parafulmine e trapassata da una saetta durante un violento temporale nel 1967; e infine l’intelaiatura interna, sostegno originale della Madonnina, sostituita alla fine degli anni Sessanta da una struttura identica in acciaio inossidabile sulla quale sono rimontate le lastre di rame restaurate e ridorate con 6.750 foglie d’oro.
Ora tutto questo si potrà vedere dalla distanza di pochi metri. L’allestimento della mostra è a cura di Guido Canali, che si occupa anche del Museo del Duomo, con la collaborazione di Gianfranco Zanafredi. I proventi dei biglietti serviranno per contribuire al restauro della guglia che sostiene la Madonnina: 3 euro, oppure 5 euro con una speciale serigrafia artigianale del volto della Madonnina. Finora è stato raccolto circa il 30 per cento dei 9 milioni necessari al restauro della guglia, per cui la Veneranda Fabbrica sta cercando nuovi contributi dal pubblico e dal privato. «Certo ci rendiamo conto che sono momenti di difficoltà per tutti – afferma il prof. Angelo Caloia, presidente del Consiglio di amministrazione – ma confidiamo di trovarli». Intanto «questa esposizione vuole riavvicinare i milanesi e i visitatori del Duomo alla Madonnina. Ci vorranno ancora due anni per ultimare i restauri. Ora si sta lavorando fra 80 e 95 metri di quota per organizzare gli interventi sulla cuspide». Nella grande guglia «è riassunto – dice monsignor Manganini – il desiderio e la volontà di tutto un popolo, che oggi deve riscoprire questa sua storia».