La Maddalena non si arrende
Sole, sereno da favola, aria di mare e profumo di pesce. Per due giorni il quartiere della Maddalena, uno dei sestieri che costituivano un tempo l'originale centro storico di Genova ha vissuto la sua festa. E di festa ce n’è stata molta, da Sottoripa con la Loggia dei Mercanti, fino al Parco dell'Acquasola, piazza Fossatello, via Cairoli, piazza delle Fontane Marose. Piazza Banchi e la via al Ponte Reale, poco distante dal Palazzo San Giorgio, fanno da confine con il vicino quartiere del Molo. Ma è vico della Maddalena, quel carruggio che da il nome sestiere, è in vico della Maddalena, dove i suoi negozi ormai sono tutto col-centre, mercati multietnici, kebab.
E’ in vico della Maddalena dove su una porta si e sull’altra anche sostano gruppi di giovani donne, che offrono amore per poco denaro, e negli slarghi sostano i pusher, gli spacciatori, i riciclatori di oggetti rubati, i punk a bestia. E’ qui alla Maddalena che puoi incontrare il più vasto campionario di umanità. Ed è qui che per il sesto anno consecutivo la Fiera della Maddalena ha invaso vie e piazze del quartiere, perché anche se sollo per due giorni il segnale è forte: il sestiere non si arrende, ma si mette in gioco per rilanciare il territorio con laboratori, degustazioni, spettacoli e mostre. Per il sindaco Marco Doria «Il quartiere della Maddalena è straordinariamente bello. Iniziative come queste, con animazione, musica, spettacoli e momenti di condivisione sono importanti. Poi ci devono essere altre iniziative che puntino a mettere a disposizione dei cittadini spazi pubblici per rendere il quartiere più vivo ogni giorno».
Naturalmente gran parte dei suoi abitanti sono in braghe di tela. Squattrinati più di prima, perché qui gli extracomunitari, sono la maggioranza, ma la fiera s’è fatta lo stesso e a renderla possibile è stata la collaborazione di oltre 40 associazioni del territorio col patrocinata dal Municipio Centro Est, con il contributo della Compagnia di San Paolo e la collaborazione del Coordinamento della Fiera della Maddalena. Arte e gioventù sono i due poli che caratterizzeranno la riqualificazione di via della Maddalena. La Compagnia di San Paolo di Torino finanzierà, nell’ambito del progetto “Generazione creativa” due progetti sviluppati da altrettanti gruppi genovesi proprio nei caruggi ai piedi di via Garibaldi. L’elargizione di un contributo di 30mila euro e prevede la realizzazione di un laboratorio creativo permanente nel sestiere, dove sono coinvolti artisti ed esperti di linguaggi visivi in un lavoro di costante partecipazione. Saranno individuate aree di particolare degrado dove gli artisti potranno produrre opere sulla Maddalena con l’obiettivo di favorirne la riscoperta con le sue caratteristiche storiche e architettoniche. E un secondo progetto che si propone di riaprire e destinare alcuni locali e negozi abbandonati a sede, in questo caso temporanea, di laboratori, workshop, residenze destinate ai giovani del quartiere in particolare di origine straniera: gli allestimenti saranno a cura di giovani artisti locali in collaborazione con la Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo. L’obiettivo è confrontarsi sull’arte urbana e far conoscere la Maddalena ai giovani.
Il patto di sviluppo di questo sestiere, ha annunciato il sindaco Doria, sarà gestito direttamente dal Comune, cambieranno i criteri dell'incubatore di imprese. La fiera ha stimolato e ridato vigore alla Maddalena così che, presto ha annunciato il sindaco, verrà rivisto e fatto ripartire il patto di sviluppo. Gestito direttamente gli uffici di Tursi, il patto, sottoscritto nel 2007, darà più spazio alle associazioni che operano sul territorio e punterà a realizzare, accanto al recupero edilizio e urbano, anche iniziative che rendano vivo il quartiere tutto l'anno. "L'idea mantiene tutta la sua validità _ spiega il sindaco Doria, che ha presentato l'iniziativa assieme al presidente del Municipio Centro Est Leoncini _ ma va adattato alla situazione. Oggi la crisi sta facendo chiudere molti negozi in tutte le parti della città, dobbiamo trovare il modo di aiutare la nascita di nuove attività che sopravvivano anche alla fine dei contributi pubblici".