La lotteria più antica del mondo

È nata nel 1811 per far fronte alle invasioni napoleoniche, ma negli anni è diventata uno spettacolo popolare per il canto che accompagna il sorteggio dei numerosi premi. Lo Stato guadagna quasi un miliardo di euro e non sono poche le polemiche sul legame con la festa cristiana del Natale

Ogni 22 dicembre il Natale è preceduto da un ondata di “fortuna” che scatena torrenti di gioia in tutte le regioni spagnole e oltre, perché agli spettatori nel Teatro Reale di Madrid si aggiungono centinaia di migliaia di ascoltatori che seguono in diretta per radio o tv la tradizionale melodía (il canto della lotteria) con cui gli alunni del collegio San Ildefosno cantano i numeri fortunati che si aggiudicheranno i premi della “Lotería de Navidad”, la lotteria più antica del mondo. Durante più di tre ore, mentre si sente il na-na-na del canto infantile, escono dai due grossi “bombos” una dietro l’altra le palline di legno numerate. E mentre avanza il sorteggio, qua e là nel Paese va dilagando la gioia per chi è stato il fortunato. L’attesa più grande è naturalmente per il primo premio, il “gordo”, dal valore di 4 milioni di euro.

Questo sorteggio nazionale venne creato nel 1811, come un mezzo per accrescere le entrate dello Stato senza accrescere il malumore dei contribuenti e senza pesare eccessivamente sulle loro entrate. In quei primi anni il guadagno dello Stato servì per far fronte all’invasione napoleonica. Anche se già dalle sue origini questo sorteggio accadeva in prossimità del Natale, fu nel 1892 che incominciò ad essere chiamato “Loteria de Navidad”, legando cosí la dea fortuna con la celebrazione cristiana, purtroppo.

L’interesse dello Stato non è da poco. Parliamo, solo nel 2016, di 3 miliardi e 200 milioni di euro in incassi, dei quali il 70% va destinato ai premi, mentre il 30%, circa un miliardo di euro rimangono nelle casse dello Stato, che dopo la crisi del 2013 ricevono anche un 20 per centro di tassazione supplementare imposta ai premi superiori ai 2.500 euro. A questi incassi si aggiungono poi le centinaia di premi non ritirati dai vincitori: un bel gruzzolo.

Probabilmente non c’era negli ideatori di questa lotteria un’intenzionalità dissacrante della tradizione cristiana. Il fatto è però che col passare del tempo l’idea di essere stato fortunato perché sorteggiato per uno dei 15.304 premi viene percepita quasi come un dono del cielo. E i media se ne fanno eco, amplificando il fatto che sono tanti i casi di persone bisognose a cui la fortuna sorride proprio vicino al Natale. E riescono poi ad enfatizzare a tal punto il lato umano della vicenda da farne un film. È il caso, raccolto dal quotidiano ABC, di una residenza per anziani, dove alcuni di loro sin son trovati proprietari di 400mila euro dalla notte al mattino. «Io ormai sono come Matusalemme – ha dichiarato una delle vincitrici -, ma questi soldi saranno per i miei figli». E un’altra: «Mi da tanta giogia condividerlo con questa gente della casa di riposo e con la mia famiglia». Gli aneddoti si sprecano. Questa volta poi, che il “gordo” è caduto su un numero che include il 13, si pone l’accento sul fatto che la fortuna arrida a chi da anni si era dichiarato contrario alle superstizioni. Così è successo ad una pasticcera che da oltre trenta anni tifa per il numero 66.513.

Per gli sfortunati la speranza del premio “gordo” è svanita, ma ci sarà una seconda possibilità pochi giorni con la “Lotería del Niño”, il 6 gennaio, giorno in cui i Re Magi portano i doni non solo nel presepe, ma anche ai bambini in Spagna. E la polemica sul legame con le feste cristiane non cessa.

   

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