La lista funerea
Nella notte tra giovedì e venerdì 11 persone avrebbero perso la vita in una zona commerciale Del Valle, nel Sud della capitale Caracas: 8 sarebbero morte fulminate, come viene riportato da vari media locali, mentre cercavano di saccheggiare un forno, mentre altre 3 sarebbero state uccise da spari di arma da fuoco. Come al solito il condizionale è d’obbligo. Le circostanze dei saccheggi sono ancora oscure. Se i maduriani diffondo la notizia dei saccheggi, l’opposizione, che è in mobilitazione costante, smentisce categoricamente l’accusa, sostenendo che le vittime sono opera soprattutto dei gruppi paramilitari che cominciano a imperversare in tutto il Paese. Un’altra vittime è inoltre morta a Petate. Sia Petate che Del Valle sono zone molto popolari della capitale. Venerdì la giornata è stata più tranquilla, ma per oggi, sabato, si temono nuovi incidenti per una nuova manifestazione dell’opposizione.
C’è molta tristezza nell’intero Paese per i morti, i tanti feriti e le centinaia di arresti (non se ne conosce il numero), per l’uso della violenza che sta dilagando, per la mancanza di spiragli di pacificazione. Il presidente Maduro ha sostenuto che «presto» dovrebbero esserci elezioni, ma senza dare nessuna data, né alcuna certezza della credibilità delle sue affermazioni. Il governo sta cercando di mostrare un volto deciso e inflessibile. L’opposizione ha dalla sua parte l’indignazione crescente della gente. Dopo la manifestazione oceanica di mercoledì l’opposizione cerca di mantenere alta la mobilitazione. Non c’è ancora la certezza della disponibilità del popolo a rimanere nelle strade, per una resistenza continua. Gli ultimi morti sono causati da scontri occasionali, non da manifestazioni come quella di mercoledì. Il governo inoltre ha attaccato duramente alcuni leader dell’opposizione, accusandoli di essere dei golpisti, mentre Maduro continua ad affermare di voler rilanciare un dialogo prossimamente. Ma non si sa quando né con quale disponibilità a trattare.