La lingua speciale di Uri
Tattetoteteto te u uat o t a t o grida all’improvviso il piccolo Uri dal sedile posteriore della macchina. Dov’è l’ascensore che ha chiesto se c’è più cioccolato?… Chi è che fa colazione a letto col bue muschiato? , azzardano i genitori seduti davanti, nel tentativo di decifrare i suoni emessi dal loro rampollo di un anno e mezzo. Macché! – ride a crepapelle il fratello maggiore Yonatan, cinque anni -. Lui vuol dire: Attenzione, dietro c’è un autocarro. Il fatto è quel tipetto dai capelli rossi come quelli del padre comincia appena a parlare, ma usa solo le vocali e non sempre tutte quelle che ci sono in una parola, mentre di consonanti riesce a pronunciarne soltanto una, la T. Di nuovo Uri: Toto tutito tati to tatotetto. Cosa?! – si stupisce la nonna -. Il nonno è fuggito in taxi col divano letto?. Non ha detto così – si sbellica dalle risa Yonatan -. Nessuno di voi capisce la lingua di Uri. Voleva dire: Il nonno ha pulito gli occhiali col fazzoletto . Semplice, no? Mentre i grandi, con tutta la loro buona volontà, prendono cantonate, solo Yonatan, che non è più piccolo ma non è ancora grande , facendo da ponte fra questi due mondi, è in grado di chiarire malintesi. E a lui, infatti, vanno i ringraziamenti degli adulti, le cui fantasiose ma sbrigative interpretazioni tradiscono a volte l’incapacità di immedesimarsi sul serio nei piccoli. Di tali esilaranti equivoci è piena la breve favola dedicata al suo secondogenito da David Grossman, il giornalista e scrittore israeliano universalmente noto per le sue opere di narrativa e per i saggi di forte impegno civile. Favola leggera, deliziosa, sul valore della parola e la necessità di mediare per risolvere i piccoli-grandi equivoci dell’incomprensione, La lingua speciale di Uri (Mondadori) attinge alla esperienza familiare dell’autore che la scrive nel 1990, quando chi l’ha ispirata ha solo due anni. Ma è il dopo che ci tocca in ben altra maniera. Uri diventa adulto, in grado finalmente di farsi capire. Si appassiona di viaggi, di teatro. È un ragazzo con dei valori , gioviale e benvoluto da tutti, dotato di un favoloso senso dell’umorismo e di una saggezza molto più profonda di quella dei suoi anni; una grande anima piena di vita e di emozione, che ha illuminato la vita dei suoi; un figlio e amico al tempo stesso, di cui il padre – sono suoi questi apprezzamenti – è orgoglioso di avere l’onore di essere il confidente . Poi, durante la seconda guerra del Libano, lasciando sbigottiti i genitori, Uri si arruola nell’unità corazzata e realizza il suo sogno di diventare comandante di un tank. Ha poco più di vent’anni quando il 13 agosto del 2006, poco prima del cessate il fuoco imposto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, viene ucciso da un razzo tirato dagli Hezbollah. Con quel figlio al fronte, lo scrittore – da sempre uno dei più convinti sostenitori del dialogo e della convivenza – aveva faticosamente cambiato idea, appoggiando il conflitto israelo-libanese da lui ritenuto legittima difesa; salvo poi a ritornare alle proprie convinzioni pacifiste. Difatti, appena tre giorni prima della sua tragedia familiare, Grossman, assieme agli scrittori Amos Oz e Abraham Yehoshua, sollecita dal governo israeliano un accordo per il cessate il fuoco come base per negoziare una soluzione concordata. È il 17 agosto. Stavolta, davanti alla tomba del figlio, con accenti teneri, commossi e colmi di dignità, è il padre a parlare ad Uri nella sola lingua che tutti gli uomini di tutti i tempi siano in grado di capire: quella del dolore, quella dell’amore. DAVID GROSSMAN è nato nel 1954 a Gerusalemme, e vive a Mevasseret Zion, vicino alla Città Santa. Dalla moglie Michal, oltre a Uri e a Yonatan, ha avuto una figlia, Ruth. Ha cominciato la sua carriera lavorando in una radio israeliana come corrispondente di un programma per ragazzi. È con- siderato tra i più importanti scrittori contemporanei, dallo stile semplice e avvincente. Molte sue storie, se lette superficialmente, possono sembrare destinate ad un pubblico di giovanissimi, sebbene tocchino temi profondi e universali. Tra i suoi romanzi tradotti in italiano, ricordiamo Vedi alla voce: amore, ritenuto il suo capolavoro, Che tu sia per me il coltello, Qualcuno con cui correre e Col corpo capisco. Tra i libri per ragazzi, Le avventure di Itamar, Un milione di anni fa, Un bambino e il suo papà, Il duello, Buonanotte giraffa, Itamar e il cappello magico.