La libertà oltre il muro
Nel ventennale della caduta del muro di Berlino, simbolo della cortina di ferro che attraversava l'Europa, una mostra ci fa rivivere la divisione e l'unificazione.
Fra le nuove generazioni, tra gli adolescenti soprattutto, c’è chi – in Germania, ma non solo – non immagina cosa rappresentò l’indimenticabile notte del 9 novembre 1989, quando cominciò ad essere picconato il muro di Berlino. Perché non c’erano. Perché non sanno, forse, cosa fosse quel lungo bastione di cemento precompresso lungo quaranta chilometri, sempre presidiato, che divideva la città in due parti. Perché sanno poco o nulla di cos’era la Ddr. Di come si vivesse oltre la cortina di ferro. Di quanto male abbia generato quello spartiacque fra il socialismo reale e il capitalismo consumista.
Per chi non c’era o era da poco nato, e per chi poco ne sa, un’importante mostra fotografica ne ripercorre la storia attraverso ottanta immagini emblematiche dell’agenzia tedesca Ullstein Bild e altre tratte dall’archivio del quotidiano Suddeutsche Zeitung.
Rappresentano il prima e il dopo muro. Si respira il clima di una città continuamente sotto assedio. Con il filo spinato che la divideva prima del suo innalzamento. Con le finestre murate che s’affacciavano sulla zona Ovest, le morti e i tentativi di fuga. E gli angosciosi saluti a distanza fra le famiglie divise. Ancora, con le proteste popolari ad Ovest contro la sua edificazione o per il suo abbattimento; con i murales, i disegni di protesta e di attesa sulle pareti occidentali, negli anni Ottanta. Fino alla caduta del regime comunista nella Ddr, con le picconate che hanno aperto dei varchi sotto gli sguardi sconfitti dei soldati, la grande festa popolare, lo sventolio di bandiere bucate al centro perché era stato tolto il simbolo della repubblica comunista, gli abbracci e le lacrime. Per la ritrovata libertà di vivere non più “oltre il muro”.
Berlino: la libertà oltre il muro, promossa da Regione Piemonte e da Alinari 24ore. Torino, Sala Bolaffi, fino al 9/11. Ingresso gratuito.