La lezione della guerra di Tan Canh
Centro del Vietnam, zona collinare, con le cime delle colline stranamente smussate. Mi reco dai bahnar, in serie difficoltà a causa dell’acqua.
I contadini hanno messo dell’erba ad asciugare su una vecchia pista di aeroporto. Sono in uno dei posti più noti della guerra, Tan Canh… Tan Canh: capisco il perché delle forme troppo “dolci” delle colline: erano state spianate dai bulldozer militari, per facilitare il posizionamento dei cannoni e per l’atterraggio degli aerei. I venti di guerra dalla Corea arrivano fin qui. Incontro alcuni conoscenti coreani. Unanimi mi rispondono che non hanno paura della guerra e che tutto quanto sta accadendo «è costoso» e che loro non vogliono pagare per il resto della loro vita. Una guerra in Corea sarebbe una tragedia per la quantità di vite umane che si perderebbero e un disastro anche economico. La diplomazia è al lavoro, intensamente, per evitare il peggio.
La Cina più volte ha richiamato alla calma e alla moderazione: il Nord Corea, da una parte, e dall’altra gli alleati, Usa e Giappone in primis.
Entrambi usano modi arroganti nel confronto. Per quanti anni dovremmo piangere le conseguenza di una inutile guerra nella penisola coreana?