La lettera del Cardinale Parolin al Festival di Spiritualità L’Anima e il Tempo
Città del Vaticano, 12 ottobre 2022
«Cari amci,
Sono spiacente di non poter essere con voi all’inaugurazione del Festival di spiritualità “L’Anima e il Tempo”, organizzato dalle Case editrici cattoliche Città Nuova, Edizioni Cantagalli e Frate Indovino di Assisi, che si svolge a Roma nei giorni 13-16 ottobre p.v.
Mi rallegro, innanzitutto, per l’iniziativa. Non senza difficoltà stiamo riprendendo a partecipare a incontri ed eventi pubblici, dopo la pausa imposta dalla pandemia. È bello pertanto che editori i quali condividono la stessa fede e la stessa ispirazione, in un frangente non facile per il loro settore, si mettano insieme per invitare alla discussione, al confronto, all’approfondimento. Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi, di ascoltarci, di parlarci, di dialogare, di uscire dal mondo spesso autoreferenziale dei social media.
Mi piace poi il titolo che avete scelto per questi tre giorni di incontri: “L’Anima e il Tempo”. L’anima, cioè il richiamo al nostro essere spirituale, al cordone ombelicale che ci lega al Padre Celeste, al nostro destino, al frammento di infinito che alberga nella fragilità dei nostri corpi.
E il tempo, cioè la dimensione nella quale siamo inesorabilmente immersi. Il tempo è il “nostro tempo”, cioè il tempo nel quale Dio ci chiama a vivere, ad operare, a mettere in gioco i nostri talenti, a testimoniare il Vangelo di Gesù Cristo.
Sappiamo bene che il nostro tempo è un tempo difficile, per certi versi drammatico: come non ricordare la tragedia della guerra nel cuore dell’Europa e delle tante guerre in corso? Come non ricordare le conseguenze della pandemia e la mancanza di cure adeguate per tante persone nel mondo? Come non ricordare la fame, la sete, le carestie? Come non ricordare i cambiamenti climatici e le migrazioni? A tutto ciò si accompagna una mancanza di senso, di significato, una sensazione di smarrimento. Siamo diventati – nel nostro mondo occidentale – i per-tecnologici, ma sempre più soli. Siamo apparentemente iper-connessi, ma tanto spesso isolati.
La domanda sul senso della vita e la ricerca delle ragioni che ci consentono di credere e di sperare, per impegnarci in modo nuovo a servire il prossimo nella costruzione di una società più umana e più giusta, a realizzare una politica che metta sempre al primo posto il bene comune, a costruire nuove forme di economia e avviare iniziative concrete per la salvaguardia del creato, sono sfide che ci riguardano tutti.
Auguro che questi giorni di incontri su temi diversi, uniti da una passione per il futuro dell’uomo e del mondo, con la grazia di Dio, portino frutti per coloro che vi parteciperanno e per tutti noi. Con viva cordialità».
Card. Pietro Parolin
Segretario di Stato