La leggerezza di essere creatura

La vita di Natascia, come quella di migliaia di altre persone dentro e fuori i confini nazionali, è stata segnata dalla partecipazione al corso Le 10 Parole di don Fabio Rosini. Una proposta che ha compiuto 30 anni, ed è nata per permettere alle persone di scoprire la propria umanità e il progetto di Dio nella propria vita.
10 Parole
Foto Pexels

Natascia è stata tra le prime a seguire il percorso su Le 10 Parole (i dieci comandamenti) con don Fabio Rosini, attuale responsabile per l’Ufficio vocazioni della diocesi di Roma. La prima cosa che mi colpisce di lei è il suo sorriso e la sua energia positiva, sembra una persona felice, a posto con sé stessa. Ci sediamo in un caffè e mi racconta la sua storia.

Ci sono dei momenti nella sua vita in cui, in modo difficilmente spiegabile a parole, la fede ha avuto un ruolo speciale, fondamentale. Si ricorda la prima confessione a 9 anni, quando ha provato una grande leggerezza dentro di sé, e quando a 19 anni, preda di una forte depressione, non si sentiva chiamata ad andare da nessuna parte sennò a rimanere per ore dentro la chiesa. Nonostante ciò, quando sente parlare per la prima volta del corso sui 10 comandamenti non è una ragazza che partecipa attivamente nella vita della Chiesa, si è allontanata, anche se l’inquietudine è rimasta; tuttavia, sente grande curiosità per scoprire di cosa si tratta: «A me era una vita che non mi tornava la parola “comando”. Quando un mio amico mi ha detto che non ci potevamo vedere una sera perché doveva andare a queste catechesi mi sono impuntata che volevo venire pure io».

Allora erano altri tempi, Natascia racconta che don Fabio parlava ai giovani con maggior durezza, li scuoteva; questa è stata la sua primissima esperienza: «Quando ha iniziato a parlare in modo così diretto mi si sono aperte le acque, mi si è spaccato il cuore, è stato proprio fisicamente doloroso. È stata una delle esperienze più forti che io abbia mai sentito. Lì ho capito perché sapevo che dovevo venire: avevo aspettato anni per sentire questa Parola, che parlava di un Dio di amore, un amore folle. La cosa pazzesca era che ogni parola sembrava detta a me. È stata una scintilla, un ri-conoscere la verità».

Natascia si emoziona nel pronunciare queste parole… Lei non è l’unica ad aver sentito che la catechesi parlava su di sé, l’esperienza era comune a coloro che la circondavano. «Vedevi le persone stravolte. Con don Fabio si riesce a vedere come opera lo Spirito Santo; non è lui che parla, lo Spirito lo trasforma. La cosa più bella di Fabio è l’abbandonarsi, ha detto “sì” ad essere uno strumento nelle mani di Dio».

Per lei questo percorso di fede è stato «l’ancora», «le radici», «il passaporto di “figlia di Dio”». Le 10 Parole hanno contribuito a farle comprendere che Dio ci ha disegnato proprio come siamo: «Non sei sbagliato, non sei un errore –prosegue Natascia. Questo mi ha riscritto, mi ha soprascritto. Mi sono sentita ancorata in Dio, voluta, amata. Ho visto come prendeva senso tutta la sofferenza vissuta; mentre prima mi sentivo orfana, questo essere figlia me lo continuo a portare dietro. Queste parole scavano dentro e restano, sono proprio radicate».

Le chiedo cosa sia cambiata in lei da quando ha fatto il corso sui 10 comandamenti: «Ho trovato una pace… il mio senso, senza la pretesa di avere tutto chiaro nella vita, posso smettere di “essere a comando di questa nave”. Sento la leggerezza di essere creatura, so che posso sbagliare, che è normale, l’importante è credere che c’è questo Dio e lasciarsi guidare. Ho capito che alla fine le cose che contano sono poche…, veramente solo l’amore». Natascia si commuove spesso mentre mi parla. Come altre persone che mi hanno raccontato la loro esperienza durante il percorso, mi condivide che uno dei momenti più forti corrisponde alle catechesi del quarto comandamento: «È un momento che ti dà la possibilità di rinascere, di fare pace, di capire di chi sei figlio». Dice di sentirsi libera: di cadere e rialzarsi, di fare scelte sbagliate perché sa che può tornare a casa, di non essere una madre perfetta; con la certezza che c’è Dio, che può abbandonarsi in Lui, che tutto occorre per il suo bene. «Mi sento leggera, protetta… Mi sento figlia di Re».

Natascia sostiene che Le 10 Parole permettono di guardare al passato in un modo diverso, con occhi nuovi, che «non ha più senso la rabbia; alla fine tutto è una benedizione, anche le cose più terribili». Afferma che il percorso dà una serenità di fondo, sicurezza, «perché nonostante tutto c’è un Padre che ti sorregge, ti tiene per mano, non sei mai sola. Prima c’era la disperazione, poi tutto ha preso un senso. Nel momento più buio della vita i 10 comandamenti sono parole di vita, le strisce, l’abc, lo scheletro che ci regge». Racconta che questo corso ha lasciato un segno visibile, non solo nella sua vita, ma anche in quella degli altri: «Le 10 Parole hanno salvato un sacco di persone nella profondità dell’anima. Si tratta di un toccare il cuore di ognuno che non può essere umano; si vede proprio che è opera di Dio».

Ma per quale motivo è così particolare questo corso sui 10 comandamenti? Secondo lei l’eccezionalità del percorso, che lo rende differente a tanti altri, radica sul fatto che il sacerdote riesce a farlo calare nel quotidiano di ogni giorno, tanto che Natascia le definisce come «le istruzioni per l’uso della vita». Considera dunque che Le 10 Parole siano di estrema attualità e rilevanza per le nuove generazioni, un cammino liberatorio che offre la possibilità di scegliere, e che andrebbe fatto il prima possibile per riconoscere la bellezza dell’essere figlio. «C’è bisogno di sentirsi dire la verità e di riconoscerla, di sentire che c’è Qualcuno che ti ha pensato come sei. Sei veramente stato scelto, sei preziosissimo agli occhi di Dio», conclude.

 

Per altre testimonianze leggi anche I 10 comandamenti, istruzioni per l’uso della vita.

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