La legge sul fine vita adottata dal parlamento
La legge Claeys-Leonetti sul fine vita è stata adottata, il 17 marzo, con una forte maggioranza all’Assemblea nazionale: 436 voti a favore, 34 contrari e 83 astensioni. Ciò non era previsto in anticipo per la forte pressione mediatica e politica in favore della legalizzazione dell’eutanasia, o del suicidio assistito come esiste in Paesi vicini quali la Svizzera e il Belgio.
Non si tratta di una legge sull’eutanasia, come talvolta è stato presentato il provvedimento legislativo, perché questa legge, come la precedente del 2005, insiste sulla necessità di cure palliative per evitare l’accanimento terapeutico. L’eutanasia, e a più forte ragione, il suicidio assistito, rimane quindi illegale in Francia. Ma è l’aggiunta nel testo di poter somministrare una «forte dose di sedativi» che possa provocare il decesso a suscitare numerosi dibattiti, al punto che i responsabili delle grandi religioni in Francia hanno pubblicato una lettera aperta congiunta sul quotidiano Le Monde, affermando la loro forte opposizione all’eutanasia. Sembra quindi che le garanzie date dai due deputati al riguardo abbiano soddisfatto l’assemblea.
In ogni caso bisogna notare che i due deputati che hanno dato il loro nome alla legge (uno di destra, l’altro di sinistra), hanno accettato di lavorare assieme ascoltandosi e rispettandosi su un argomento estremamente delicato, ottenendo un accordo che sembrava impossibile da raggiungere. Hanno sottolineato con forza che bisogna rinforzare il diritto dei pazienti nel fine vita. Come sarà ora applicata questa legge? I vescovi francesi e molte altre persone, come numerosi medici, temono una deriva. Senza contare che i sostenitori dell’eutanasia accentueranno ulteriormente la loro battaglia.