La legalità si riprende un pezzo di città
I carrugi genovesi sono stati restituiti, almeno in parte, agli abitanti. La parte più viva del centro storico della città della Lanterna, l’angolo multietnico dove il porto antico entra tra le mura della città vecchia, con le sue contraddizioni, i suoi mercati, i suoi colori e i suoi profumi. La sua vita, ritorna più bella, perché sottratta ad uno dei mercati più infami e schiavizzanti.
La Dia, con una vasta operazione, ha infatti confiscato definitivamente, grazie alla normativa antimafia, ben 115 tra alloggi, magazzini e bassi, in cui veniva esercitata la prostituzione a Genova. Un lavoro meticoloso portato avanti nel tempo dai funzionari della sezione genovese della Direzione Investigativa Antimafia. Si tratta di case, ex negozi, garage e come li chiamano i genovesi “bassi” cioè, magazzino-cantina che dà sul carrugio, dislocati nel cuore della Genova storica tra via della Maddalena, Macelli di Soziglia, Canneto il Curto, Canneto il Lungo, Prè, San Bernardo, San Luca e poi a Rivarolo e Cornigliano. Di tutto ciò la Cassazione ha decretato la confisca.
L’inizio delle indagini risale all’anno 2009, quando i carabinieri del comando provinciale mettono i sigilli ad una cinquantina di bassi e indagano per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Seguono poi accertamenti della Dia che portano all'applicazione delle misure antimafia per i proprietari dei locali, che per cinque anni non potranno soggiornare fuori Genova e dovranno presentarsi alla polizia tre giorni alla settimana.
Sotto sequestro oltre agli appartamenti anche conti correnti e auto per un ammontare complessivo stimato in circa 5 milioni di euro. Questi appartamenti, secondo quanto previsto dalla legge sui beni confiscati alla criminalità, saranno utilizzati per finalità sociali.
A beneficiarne quindi tutte quelle associazioni di volontariato, onlus legate al mondo della legalità, dell'aiuto agli emarginati. Una buona opportunità per aprire centri di ascolto, servizi di assistenza, dopo scuola, ambulatori, accanto a quelli già esistenti da anni.
Un patrimonio notevole che si presta per essere utilizzato nel migliore dei modi, soprattutto se si guarda all’investimento immediato, verso una popolazione che sempre più nel centro storico ha bisogno di ogni tipo di assistenza.