La Lega calcio di Serie A ha scelto Micciché
La Lega calcio di Serie A ha un nuovo presidente: Gaetano Miccichè è stato eletto dall’assemblea dei presidenti all’unanimità in seguito al nome proposto dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, commissario in carica. Succede a Maurizio Beretta, dimessosi il 27 marzo 2017, ultimo presidente prima dei due commissari Carlo Tavecchio e dello stesso Malagò. Entrerà ufficialmente in carica dopo che verranno nominati anche l’amministratore delegato e le altre cariche vacanti che comporranno la governance: la prima impressione, scorrendo il curriculum del nuovo presidente, è che la prima divisione del calcio italiano abbia deciso di affidarsi ad un banchiere di lungo corso esperto di finanza.
Chi è
Nato a Palermo 67 anni e mezzo fa da padre dirigente del Banco di Sicilia, ha conseguito una laurea in giurisprudenza e, nel 1984, un master in business administration all’Università Bocconi di Milano. La sua carriera comincia già nel 1971 presso la Cassa Centrale di Risparmio delle Province Siciliane, che lo vede raggiungere la carica di responsabile della clientela corporate. Nell’aprile del 1989 passa alla Rodriquez come Direttore Centrale Finanza, mentre nel novembre 1992 diventa direttore generale e successivamente liquidatore delegato della Gerolimich-Unione Manifatture. Nel frattempo, il fratello Gianfranco diventa in Sicilia uno degli uomini più fidati di Silvio Berlusconi: oggi è il presidente dell’Assemblea regionale siciliana e coordinatore di Forza Italia per l’Isola, colonna del gruppo politico a sostegno del presidente regionale Nello Musumeci. L’altro fratello, Guglielmo, è stato vice presidente del Palermo calcio. Dopo una serie di altri incarichi, nel giugno 2002 Gaetano Micciché entra in Banca Intesa, cinque anni dopo Intesa Sanpaolo, dove ha ricoperto il ruolo di direttore generale e membro del consiglio di gestione fino al 2016. Ha svolto al contempo il ruolo di amministratore delegato di Banca Imi, la banca d’investimento del gruppo, fino a marzo 2015 ed anche di membro del consiglio di Rcs, società per la quale ha avuto un ruolo di primo piano nella scalata di Urbano Cairo, attuale presidente anche del Torino calcio. Dal 31 maggio 2013 Cavaliere del lavoro, è componente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e del comitato scientifico del Politecnico di Milano. Tifoso del Milan e appassionato di sport, da giovane giocava a pallone da mediano, ma anche tennista classificato e nuotatore dilettante.
Le prime parole
«È’ un’opportunità del tutto inaspettata. Devo ringraziare il mio grande amico Malagò, i 20 presidenti che hanno votato all’unanimità, qualcosa di inusuale. Sono impegnato ed emozionato – ha esordito – per quello che dovrò fare nei prossimi mesi. Io, insieme al Consiglio e all’amministratore delegato, posso portare un contributo di serietà, di coinvolgimento di tutti gli azionisti, che sono i presidenti, di tutti gli attori sociali e degli stakeholders, per cercare di far sì che il mondo del calcio possa diventare una grande realtà. Dobbiamo raggiungere sia obiettivi quantitativi che qualitativi. Il calcio italiano è il migliore al mondo, anche se so bene che ci sono grandi squadre in Spagna, Germania e Gran Bretagna, ma noi – ha concluso – oltre ad avere grandi squadre, abbiamo grandi città, posti dove si può vedere la partita, ma anche in cui il mondo è interessato ad esserci. Gli altri non sono in grado di offrire tutti questi valori. C’è la possiamo fare e ce la possiamo giocare”.
Al nuovo presidente, il compito di dare attuazione a questi primi ambiziosi spunti programmatici e di restituire maggiore passione e stabilità, probabilmente anche finanziaria, ad un campionato che, negli anni, è andato impoverendosi sul piano dei valori tecnici, valoriali ed economici, riscoprendosi meno coinvolgente e appassionante rispetto all’ascesa delle prime leghe di altri paesi europei da egli stesso menzionati.