La Guinea-Bissau di Umaro Sissoco Embalo
Umaro Sissoco-Embalo è stato eletto con il 53,55% dei voti, di fronte al suo rivale Domingos Simoes Pereira che ha ottenuto solo il 46,45% dei voti espressi nel ballottaggio. Nel primo turno, il 24 novembre, era stato quest’ultimo ad essere in testa con il 40,1% dei voti, contro il 27,7% del suo avversario.
Questa vittoria segna la fine di un’era, quella dell’egemonia del Partito africano per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde (Paigc), di Domingos Simoes Pereira. Umaro Sissoco Embalo ha beneficiato di un riversamento dei voti dell’opposizione dopo aver ottenuto il sostegno significativo, dopo il primo turno, dei candidati arrivati terzo, quarto e quinto, in particolare di Nuno Nabiam che avevano raccolto il 13% dei voti, e del presidente uscente José Mario Vaz, che aveva ottenuto il 12%. Un voto comune contro il Paigc.
L’uomo, che si ama definire «il generale del popolo», ha fatto una campagna sul tema del cambiamento, della rottura, dell’emergere di una nuova generazione di governanti. Ha continuato ad attaccare il record di longevità del partito avversario, accusato di essere responsabile dei blocchi economici e dell’instabilità degli ultimi decenni.
Umaro Sissoco Embalo è un generale di brigata di riserva di 47 anni. Dopo aver iniziato la sua carriera nel Paigc, il partito al potere, ha “disertato” creando il suo Movimento per l’alternativa democratica (Madem). Va ricordato che la Guinea-Bissau, sin dalla sua indipendenza dal Portogallo nel 1974, ha una certa familiarità con i colpi di Stato, avendone subiti già quattro riusciti e 16 falliti. L’ultimo data al 2012, guidato da un esercito molto coinvolto nella vita politica e, purtroppo, anche nel traffico di cocaina dalla e per l’America Latina. Si spera che questa tornata elettorale non sia seguita da un putsch militare.