La guerra d’Ucraina nelle foto di Ugo Lucio Borga

Una serie di trittici di fotografie che documentano il conflitto in corso tra Ucraina e Federazione Russa, indagandone le motivazioni profonde e in sintonia con lo stile del fotogiornalista, autore di reportage di approfondimento su guerre e situazioni di conflittualità
Ucraina

«Secondo la propaganda del governo Ucraino, circa seimila civili e militari hanno perso la vita durante la guerra. Fonti dei servizi segreti tedeschi, citate dal quotidiano Frankfurter Zeitung Allgemeine, raccontano una verità diversa: le vittime, nel febbraio 2015, sono già almeno cinquantamila. Nessuno dei motivi che hanno portato alla genesi e alla cronicizzazione del conflitto sono stati affrontati e risolti nel corso dell'ultimo vertice, noto come Minsk 2. Quel che è certo, è che in Ucraina la gente continua a uccidere e morire, per ragioni che poco o nulla hanno a che vedere con questioni etniche. Il processo di allargamento verso Est del blocco euro atlantico e la conseguente reazione della Federazione Russa, determinata a prevenire la perdita di una nazione cui ha sempre riconosciuto solo un’indipendenza formale, è la causa della guerra in corso. Oltre un milione e mezzo di persone hanno abbandonato le loro case per fuggire dai combattimenti. Chi è rimasto, spesso sopravvive sottoterra. La tregua siglata nel corso degli ultimi incontri a Minsk è crollata lungo tutta la linea del fronte: si combatte dal confine orientale con la Federazione russa al Mare d’Azov».

 

 

Così scrive  Ugo Lucio Borga, in una visione "politicamente" discutibile peraltro,  presentando la sua mostra “The Breaking Point. La guerra d’Ucraina”, immagini che illustrano il momento attuale  del Paese in una sorta di “microstoria” creata da trittici di fotografie. Sono immagini di distruzione che parlano da sole.  Ed è questo che interessa, al di là delle letture più o meno schierate degli eventi. Sono volti e sguardi che ci interpellano. Di gente inerme, tra paura e dolore. Di donne, anziani, bambini. Di uomini assoldati per uccidere, che ammazzano ignorando il potere e gli interessi che stanno servendo credendo di uccidere e morire per una causa giusta e necessaria. Ma ogni guerra, qualsiasi guerra, non è mai necessaria. Sicché, in queste immagini, non ci sono vittime e carnefici. Ma solo vittime e basta. Vittime delle politiche criminali dei governi che stanno creando delle generazioni assuefatte alla guerra. Perché la guerra pone gli uomini di fronte a contraddizioni insuperabili. Quando si scatena è lei a dettare le regole del gioco: travolge tutto e tutti.

 

 

Da sempre il lavoro di Ugo Lucio Borga (premio “Novinarska Cena Journalism Award” nel 2011, per una serie di storie sui ribelli durante la guerra libica, e tra i fondatori dell’”Associazione Six Degrees”, che ha lo scopo di raccontare le guerre, i conflitti etnici, religiosi e razziali, le situazioni d'instabilità politica e sociale e le problematiche connesse all’immigrazione, alla povertà, all'emarginazione e alla discriminazione in ogni parte del mondo) si concentra sui conflitti, anche quelle dimenticati, le crisi umanitarie e le questioni sociali in Africa, Sud America, Medio Oriente, Asia, Europa, realizzando reportage che sono una cronaca tremenda degli avvenimenti che hanno sconvolto, e continuano a sconvolgere, quei fronti dell’orrore. Borga documenta anche con la scrittura, con diari e taccuini, che accompagnano le immagini con informazioni altrimenti ignorate, fonti di testimonianza diretta.

 

 

 

"The breaking point, la guerra d'Ucraina". A Torino, Paola Meliga Gallery, via Maria Vittoria 46/D. Fino al 10 aprile 2016.

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