La guerra continua

Guerre negli spazi, nel presente e nel futuro. Ma anche conflitti dentro e fuori di noi. Il cinema non perde occasione di parlarne

Catastrofico, roboante, intergalattico. Avengers-Infinity War, diretto da Anthony e Joe Russo, è tutto questo e molto altro. Ossia la lotta che i supereroi buoni della Marvel ingaggiano per impedire al cattivissimo Thanos – ovvio, da Tahanatos, Morte – di impossessarsi delle Gemme dell’Infinito per distruggere metà della terra. Così si trovano insieme gli Avengers, Spiderman, i Guardiani della Galassia, Captain America, Iron Man e Thor, molti altri tra cui il popolare Black Panter, l’ultimo acquisto della Marvel.

Scontri epici, qualche battuta per togliere la tensione di due ore e mezzo di corse e di guerre in un paesaggio tenebroso, zeppo di azione. Tempo per respirare, poco. I supereroi buoni non si amano troppo, come personaggi sono un po’ sbiaditi, collaborano solo perché c’è un pericolo superiore, ce la mettono tutta a vincere come la folla delle star che li interpretano. Ma, al di là dello spettacolone divertentissimo per i fan (forse per gli altri un po’ meno) c’è un fatto inquietante. Nessuno è felice, il male sta trionfando sulla terra, la speranza è al lumicino. Perfino Thanos, dio del male, il personaggio più riuscito, pare rendersene conto, prigioniero di sé stesso come uno Zeus inesorabile, servo come l’antico dio del “destino”. Questa fatalità incombente, molto contemporanea, è ben presente dietro i fuochi artificiali della tecnologia e dell’avventura spaziale in cui è impossibile trovare un attimo di quiete. La guerra è ormai ineludibile e ininterrotta. Lo vuole il Destino. Vediamo cosa succederà alla prossima puntata nel 2019.

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Sembra sia sempre lo stesso dio Destino ad incombere anche nel racconto violento e sanguinario A Beautiful Day di Lynne Ramsay, premiato a Cannes 2017 per la sceneggiatura e la performance di Joaquin Phoenix. È davvero un bel giorno quello in cui si sveglia ogni mattina Joe, ex marine e agente FBI, che vive nella casa d’infanzia con la vecchia madre malata. Joe si guadagna da vivere liberando ragazze schiavizzate dall’industria del sesso. I suoi metodi sono spicci: un martello gli serve per far fuori i “cattivi”, e di sangue ne scorre parecchio. Un giorno lo contattano per liberare dal traffico delle prostitute la figlia rapita di un uomo politico importante di New York. Joe si mette alla caccia, libera la ragazzina, ma scopre che la faccenda è molto più sporca di quel che crede e che la corruzione politica è davvero grande. Pagherà di persona? Il film non è lineare ma volutamente contorto. Joe è perseguitato dai fantasmi del passato di soldato, dalla sua infanzia violenta, dal desiderio del suicidio per metter fine ai ricordi che lo opprimono. Nello stesso tempo deve agire, correre, assalire, uccidere, liberare. Tutto di notte, perché la notte è la dimensione del male, di ciò che si nasconde, che vuole essere misterioso.

Introverso, per essere un film d’azione, il lavoro della regista procede zigzagando più dentro alla psiche di Joe che dentro gli ambienti. Sembra che il sangue dei “cattivi” che versa sia anche il sangue della sua anima in guerra. C’è guerra in lui e intorno a lui. Come uscirne? Qualcuno lo aiuterà? Il film dà la sua risposta, affinché oggi “sia un bel giorno”. Esce il 3 maggio.

     

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