La Gmg e la Chiesa della piccolezza

Dalla Polonia Francesco parla delle radici della guerra e di una Chiesa attenta ai poveri e agli emarginati più che al potere. E si rivolge ai giovani affinché si impegnino in prima persona per cambiare le cose
Papa Francesco alla Gmg di Cracovia foto Ap

Al grande Santuario della Madonna di Czestochowa il papa ha parlato della "Chiesa della piccolezza", ponendo la questione radicale di come sia tragicamente umano essere attratti dalla potenza, dalla visibilità e dalla grandezza. Ecco la grande tentazione che seduce la Chiesa e la società, i cristiani e ogni persona di buona volonta. L'esatto contrario della piccolezza di Maria Vergine e dei poveri. Ma la via della piccolezza contiene la forza inerme dei poveri e come dice l'apostolo: «È quando sono debole che sono forte ed è quando sono piccolo che sono grande». Non è vero il contrario. Ecco il piccolo gregge di cui parla Gesù. Papa Francesco ha concluso la sua omelia dicendo che Maria ha «operato secondo lo stile divino, per operare con la piccolezza e accompagnare da vicino con cuore semplice e aperto».

 

Ai giovani, all'apertura della Gmg, papa Francesco ha detto che soffre quando vede giovani che sono pensionati prima del tempo, che hanno gettato la spugna ancora prima di cominciare la partita. Il papa ha definito costoro i quietisti e ha affermato, come un grido in questo tempo drammatico, «che le cose si possono cambiare». E ha chiamato i giovani a cambiarle, in forza della misericordia del perdono e della mitezza, a cambiare la Chiesa e la società. Si possono prosciugare i giacimenti dell'odio, si possono abbattere i muri e costruire ponti, scegliere la pace invece della guerra, scegliere il perdono e non la violenza, accogliere i rifugiati i migranti e non respingerli. Per la forza della misericordia di Dio in Gesù tutto questo è possibile.

 

Maria ha detto all'angelo: «Come è possibile?»; e l'angelo ha risposto: «Niente è impossibile a Dio». Ecco lo spazio della sequela cristiana, la frontiera dell'impossibile, ecco quello che opera Gesù nel cuore di ciascuno: rendere possibile l'impossibile. Per questo siamo più forti della vertigine della violenza e della seduzione dell'uccidere. Se l'Europa è malata, Gesù ci chiama a guarirla, donando la vita seguendo le sue orme, che si è fatto umile per noi. Ecco la partita da giocare condividendo la vita con i poveri, i malati, i disablili, i pellegrini, gli affamati, ecco la Chiesa piccola e povera che Maria ha reso visibile con la sua vita presso Gesù, da Betlemme al calvario fino al cenacolo.

 

Nel viaggio verso Cracovia papa Francesco ci ha consegnato il linguaggio della verità sulla guerra; oggi viviamo la terza guerra mondiale fatta a pezzi e il papa ne ha dato una lettura: abbiamo perso la pace, l'avevamo guadagnata alla fine della Seconda guerra mondiale grazie alla vita e alla morte di milioni di vittime innocenti, dalla Shoah a Hiroshima; questo crogiuolo di sofferenza e amore ci aveva fatto trovare la pace in Europa e nel mondo. Oggi l'abbiamo perduta, ha detto papa Francesco, perché abbiamo scelto il potere, il denaro, gli interessi. Il linguaggio della verità impone di denunciare profeticamente la guerra e dichiarare che oggi la guerra non è figlia delle religioni, ma delle armi e del loro mercato.

 

Il papa ha chiesto di non dimenticare la parrocchia di Rouen e il prete martire. Questo è il segno della Gmg, una Chiesa nella piccolezza e una missione nella debolezzza. Certo il sangue sparso degli agnelli sgozzati è la misura della chiamata per i giovani di Cracovia. Il papa ha chiuso la giornata ricordando un giovane che si era impegnato nella preparazione della Gmg: un tumore diagnosticato qualche mese fa lo ha portato alla morte il 2 luglio. Voleva incontrare il papa a Cracovia, ora guarda il papa e i giovani dal cielo. Francesco ha chiesto per lui una preghiera silenziosa, perché bisogna ricordare la gioia, ma anche il dolore, la festa, ma anche la prova e questo ci prepara all'incontro, quello ultimo, a cui ciascuno è chiamato.

 

Ecco papa Franceso e il linguaggio della verità: la grande storia e la storia breve e compiuta di un ragazzo che muore a 22 anni, la parola del martirio nella vita e nella morte di un vecchio prete di Francia. Ecco la paternità spirituale, forza inerme e mite di papa Francesco che ci chiama alla verità crocifissa, di cui sono testimoni i martiri di ogni tempo.

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