La giornata della casa

Di fronte alla crisi del lavoro che mette a repentaglio anche la possibilità di abitare un luogo in modo stabile, l’arcivescovo di Torino Nosiglia lancia un appello perché tutti, amministratori e cittadini, adottino una quota d'affitto per una famiglia
Un condominio

Nell’omelia con cui ha aperto il 2013, nella Cattedrale di Torino, l'arcivescovo Cesare Nosiglia ha lanciato una nuova proposta di vicinanza e solidarietà con chi è più colpito dalla crisi perché «la crisi si combatte, – ha detto – oltre che con gli strumenti economici e sociali, con una più precisa consapevolezza dell’impegno di cittadinanza cui tutti siamo chiamati».

Così nelle prossime settimane la Chiesa torinese proporrà a tutte le comunità cristiane delle parrocchie un impegno comune per affrontare una nuova “emergenza di povertà” che la crisi sta portando allo scoperto: quella delle famiglie che, per mancanza di reddito, non riescono più a pagare l’affitto. È un altro anello della catena di impoverimento: la perdita del lavoro comporta non solo rinunce ai consumi, revisioni dei progetti di vita ma tocca ormai anche dimensioni essenziali come l’abitare.

L’idea, allora, è di proporre un impegno comune di tutte le parrocchie affinché si raccolgano aiuti economici per il pagamento degli affitti almeno per 6 mesi, per evitare un’ondata di sfratti per morosità incolpevole che avrebbe effetti devastanti. L’iniziativa si chiamerà la “Giornata per la casa” e saranno coinvolte direttamente le parrocchie che sono quelle che direttamente conoscono situazioni di emergenza e già fanno molto.

Ma monsignor Nosiglia va oltre e chiama all’appello oltre ai credenti, amministratori, uomini politici, imprenditori e anche i proprietari di appartamenti per  «venire incontro alle esigenze di queste famiglie commisurando l’affitto alle concrete possibilità di ciascuna. È un obbligo morale che ogni componente della nostra società si faccia carico per la sua parte, di un supplemento di impegno per affrontare insieme uno dei problemi più spinosi che assilla migliaia di famiglie nella nostra città e territorio».

Non è solo guardando alle prossime scadenze elettorali in Italia, che il vescovo di Torino ha voluto augurare alle forze politiche impegnate in campagna elettorale di evitare «disaffezioni dalla partecipazione all’esercizio attivo della cittadinanza. È necessario che i messaggi offerti siano costruttivi e chiari, senza slogan fatti di promesse troppo spesso disattese, indicando con realismo, ma anche con speranza, programmi e passi concreti da compiere sulla via della corresponsabilità nella faticosa ricerca del bene comune». «L’esempio di onestà, equità, giustizia e solidarietà – ha concluso – , deve venire dall’alto se vuole essere autorevole e capace di suscitare adesione e imitazione da parte delle giovani generazioni che scelgono di prepararsi a svolgere un servizio all’interno delle istituzioni”.

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