La Giordania nella top ten dei Paesi da visitare
In volo da Bergamo ad Amman, in Giordania, mi sono reso conto con una certa sorpresa che la lingua più parlata sull’aereo era decisamente l’italiano. Mi sentivo quasi a disagio, ma solo perché era la prima volta che mi succedeva su un volo internazionale con destinazione extra-europea. Approfondendo, ho realizzato che le nuove tratte low-cost istituite da Ryanair tra Italia e Giordania (da Bergamo e Bologna per Amman, e da Ciampino per Aqaba) sono molto frequentate e che il turismo italiano verso il Regno Hashemita è quasi raddoppiato negli ultimi 6 mesi.
A questo punto, non mi sono sorpreso più di tanto scoprendo che tra i 10 paesi consigliati come mete turistiche emergenti per il 2019 da un’agenzia internazionale famosissima come Lonely Planet c’è anche la Giordania, che anzi è l’unico paese mediorientale di questa top ten. Per la cronaca, gli altri nove sono: Germania e Bielorussia (in Europa), Kyrgyzstan, Indonesia e Sri Lanka (in Asia), Belize e Panama (in Centroamerica), Sâo Tomé-Príncipe e Zimbabwe (in Africa).
Conosco abbastanza la Giordania per essere d’accordo che si tratta di una meta ricca di luoghi e monumenti di grande valore e bellezza, alcuni con un fascino speciale. Ma la Giordania è anche un paese sicuro, cosa che la collocazione mediorientale non sembrerebbe assicurare. Invece, nonostante tutto, si tratta di un posto pacifico e accogliente. E tra i turisti, gli italiani godono certamente di una simpatia speciale: per esempio, pizza, Juventus e abbigliamento “made in Italy” sono realtà conosciute e apprezzate ad Amman.
Per chi non fosse pratico, una prima idea di cosa offre turisticamente la Giordania si può avere visitando il sito del Jordan Tourism Board, anche in italiano. Tra le molte proposte, alcune sono famosissime come la mitica Petra, l’antica città nabatea scolpita nella pietra rosa, o il frastagliato deserto dell’area naturalistica di Wadi Rum. Ci sono però anche altre mete, forse meno conosciute ma di grande impatto sia culturale che emotivo.
Personalmente, fra i siti storici che amo particolarmente ci sono Qusayr Amra, Umm ar-Rasas e Jerash, i primi due già riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, il terzo che lo diventerà certamente. Qusayr Amra (piccolo palazzo) è un minuscolo edificio con annesso un impianto termale, una sorta di antico luogo di svago in mezzo al deserto. Ciò che lo rende unico sono gli straordinari affreschi che ricoprono le pareti interne: 380 mq con scene di corte e di caccia, danzatrici, artigiani al lavoro, un sovrano in trono e sei figure regali. L’edificio è attribuito a Walid II, un califfo omayyade che regnò un solo anno nel 743-744 d.C.
Ad Umm al-Rasas sorgeva una città che i bizantini chiamavano Kastron Mefa’a, un importante presidio militare lungo la millenaria “via dei re” che collegava Eliopolis, in Egitto, con Damasco, in Siria. Nel sito, esplorato solo in parte, ci sono le mura dell’accampamento militare e numerose chiese cristiane. Il mosaico pavimentale della chiesa di santo Stefano fu completato nel 757 d.C., pur presentando segni di precedenti interventi iconoclasti. Questi non hanno però alterato le magnifiche rappresentazioni a mosaico delle città della regione, che si trovano fra le colonne dell’antica chiesa.
Jerash (la Gerasa citata nei Vangeli cristiani) è un’antica città della decapoli ellenistico-romana. I restauri hanno rimesso in luce grandi monumenti come un arco di Adriano, due teatri quasi intatti, imponenti templi pagani e antiche chiese cristiane dai pavimenti a mosaico, l’ippodromo, il foro ovale e il decumano massimo, un mercato e una grandissima area termale ancora inesplorata.
Ma questi sono solo alcuni degli antichi siti giordani. Ce ne sono altri non meno importanti e densi di storia: basta citare il luogo del Battesimo di Gesù al Giordano o il monte Nebo dove Mosè prima di morire vide da lontano la terra promessa. Ci sono in Giordania luoghi come il Mar Morto, resti incredibili di castelli crociati e realtà culturali di grande charme, come la cultura beduina e produzioni artigianali e artistiche ispirate dalla civiltà arabo-islamica. Non ultimi anche i cibi, che esprimono in modo mediorientale gli ingredienti tipici della cucina mediterranea.
Sto preparando, con Osvaldo G. Aquino, un reportage fotografico che apparirà nel numero di febbraio della rivista mensile Città nuova. Per raccontare anche con le immagini qualcosa di questo paese, forse ancora poco conosciuto e non privo di grandi problemi, che custodisce però affascinanti bellezze.