La Germania ed i rifugiati
C`è da vergognarsi dei miei connazionali! Persone vestite di nero scagliano pietre contro i pullman che portano rifugiati e contro i poliziotti che cercano di proteggergli, protestano apertamente con parole pesanti. La direzione centrale del partito socialdemocratico del vicecancelliere Sigmar Gabriel, che a Heidenau, vicino a Dresda, ha trovato parole chiare contro queste persone xenofobe, viene inondata da e-mail pieno di odio e minacce di attentati con l’uso di bombe. Espressioni di xenofobia si trovano a migliaia su Facebook.
Una parte della popolazione si domanda quando mai finirà l’arrivo dei rifugiati, a qualcuno viene la paura, anche perché la politica si mostra impreparata e non presenta risposte soddisfacenti, e i simpatizzanti neonazisti sfruttano questa insicurezza per mettersi in mostra nella speranza di trovare nuovi seguaci. Spesso non agiscono solo con le parole, al fine di intimidire, ma incendiano le case, ancora vuote, destinate all’accoglienza deli altri stranieri in arrivo. Questo non solo nella regione di Dresda nella Sassonia, il Land dove il partito nazionaldemocratico (Npd) dal 2004 al 2014 ha fatto parte del parlamento, ma anche in altre parti della nazione. Perciò non c´è solo da vergognarsi: c`è da aver paura e da chiedersi dove andrà a finire.
Non dimentichiamo però che c´è anche l´altra faccia della medaglia: esistono associazioni di calcio che giocano regolarmente con dei rifugiati, ci sono volontari che vanno nei loro campi per dare lezioni di tedesco o per sostenerli nei rapporti con le autorità civili. Ci sono studenti, famiglie, copie anziani che aprono le loro case per dare un tetto a chi ne ha bisogno. Quante persone che danno giocattoli, biciclette, viveri, vestiti, che organizzano delle feste comuni, che fanno amicizia! Tutto questo nella stessa Germania.
Secondo le fonti più accreditate, nel 2014 e nel 2015 la Germania e la Svezia hanno accolto tanti rifugiati quanto tutti gli altri paesi della Unione europea messi assieme. Si calcola che, alla fine del 2015, saranno stati in tutto 800 mila i rifugiati che avranno oltrepassato la frontiera tedesca. I centri di accoglienza sono pieni, tante città e comuni locali non sanno più dove metterli ed hanno cominciato ad usare dei container (contenitori che si usano sui Tir, treni e navi) e grandi tende. I fornitori di questi container ormai lavorano 24 ore su 24. Il centro di accoglienza per rifugiati Friedland, pensato per 700 persone, ormai cerca di ospitare 3000.
La crescita dei gruppi neonazisti mette la cancelliera Merkel sotto pressione: deve spiegare alla popolazione, perché la Germania apre le braccia ai rifugiati mentre altri paesi della UE come la Gran Bretagna, la Polonia ed altri si rifiutano a fare la loro parte.Da tempo stanno arrivando sempre di più migranti dai Balcani. Per poter gestire la situazione la Germania l´anno scorso aveva annoverato la Serbia, la Macedonia e la Bosnia-Erzegovina fra i paesi di provenienza “sicuri“. Nonostante questa decisione sia molto discussa, sta pensando di mettere anche l´Albania, il Montenegro ed il Kosovo sul medesimo elenco. La commissione della UE a Bruxelles cerca da tempo di trovare un accordo per un elenco comune senza riuscirvi. Nella gestione della questione dei rifugiati, l’Unione Europea si mostra, di fatto, frammentata e debole.
In questo contesto il presidente della Francia Hollande e la cancelliera Merkel hanno chiesto una politica comune della UE sui flussi migratori e la distribuzione dei rifugiati in Europa. Esisterebbero normative europee in materia del diritto di asilo, ma tanti Paesi non li mettono in pratica. Sarebbero necessari degli standard comuni per una registrazione dei rifugiati nel momento del loro arrivo in Europa e per il loro alloggio. Per gli stati dove arrivano il maggior numero di rifugiati (Italia e Grecia), la Merkel rivendica l’apertura di centri di registrazione che dovrebbero essere operativi già nell’anno corrente. Non si ritiene corretto, insomma, lasciar transitare gran parte dei rifugiati in altre nazioni senza attenersi alle regole concordate di procedere alla registrazione prima della loro distribuzione negli altri Paesi.
Articolo della redazione tedesca di Città Nuova
Nella foto il presidente della repubblica Joachim Gauck in visita ad un centro per rifugiati a Berlino