La gara di Nick

Parigi rappresenta un sogno, per un cavallo trottatore. Perché è a Parigi che, ogni anno, si svolge il Gran Premio di Trotto più famoso del mondo. Per Nick, un giovane puledro nero di tre anni, questo sogno si realizzerà domani. Chiuso all’interno del suo box, stasera, il puledrino ripercorre con il pensiero la lunga strada che lo ha portato a Parigi. Ricorda i mesi trascorsi ad apprendere l’andatura del trotto, con tanta fatica e qualche momento di ribellione. Il suo pensiero va poi, con tenerezza, alla sua prima vittoria: quel giorno correva su una pista di provincia, di fronte a un piccolo numero di spettatori ma, al momento in cui aveva tagliato il traguardo per primo, gli era sembrato di trovarsi al centro del mondo. La vittoria ha un sapore unico!, pensa il puledrino e si addormenta sognando l’applauso della folla, la coppa dorata e quel gusto unico, quel sapore di felicità che solo la vittoria sa dare. Il momento tanto atteso è arrivato. Nick guarda negli occhi il giovane Pierre, che siederà sul carrozzino, dietro di lui e vorrebbe dirgli: ce la faremo, ne sono sicuro! Una bambina bionda, si avvicina al puledrino e gli accarezza la criniera, dicendo: Forza Nick, devi farcela! Tu sei il mio preferito! Mancano pochi minuti alla partenza e presso il botteghino si affollano gli appassionati, per offrire le ultime scommesse. Nick dà uno sguardo al tabellone dei partenti, per accertarsi che non sia tutto un sogno. Sono in gara Asso di Cuori, Ramiro, Principe Nero, Folgore, Otello e, sì, c’è anche lui, Nick, che partirà con il numero otto. Ora gli occhi di tutti gli spettatori sono puntati sui partenti… ecco, è il momento, sono scattati, la corsa è incominciata! I cavalli si lanciano verso la prima curva portandosi dietro lo sguardo appassionato dei tifosi e le grida dei sostenitori. Nick corre in mezzo al gruppo degli avversari e la sua andatura assomiglia a una danza perché, oggi, non sono solo le sue poderose gambe a farlo volare sulla pista, ma è soprattutto il cuore che lo spinge verso il traguardo. Adesso il gruppo dei cavalli non è più compatto: qualcuno incomincia a distanziarsi dagli altri. Nick e Folgore sono in testa al gruppo, l’uno di fianco all’altro. Ogni fibra del corpo dei due cavalli è protesa in avanti e gli zoccoli battono alternativamente sul terreno, poderosi ed eleganti. Pierre incita leggermente Nick, ma non ce n’è bisogno: il puledrino è venuto a Parigi per vincere! Mancano ormai pochi metri al traguardo: Nick sta mantenendo un’andatura perfetta che gli assicura un piccolo margine di vantaggio su Folgore e gli permette di controllarlo quando questi, all’improvviso, sferra un poderoso attacco. Da quali riserve nascoste avrà attinto Folgore quest’ultimo, energico scatto? Nick non lo sa, sa solo che, in un attimo, tutti i suoi sogni si sono frantumati. Qualcuno proclama Folgore vincitore, viene portato un trofeo, una musica suona, scrosciano gli applausi. Ma Nick non sente niente di tutto questo: è lontano, in un altro mondo, come morto. Pierre lo conduce verso la scuderia, accarezzandolo affettuosamente. La bambina bionda, che lo aveva incoraggiato prima della gara, lo sta aspettando. Pazienza, Nick – sussurra abbracciandolo -, abbiamo visto che ci hai messo il cuore!. Il puledrino rientra nel suo box, a testa bassa. Perla, una graziosa cavalla bianca, lo guarda con occhi dolci. Coraggio, Nick – gli dice piano -, certe sconfitte valgono più di una vittoria. Ma Nick non risponde e dentro si sé invoca il buio, il sonno, per dimenticare tutto. E finalmente la notte, con il suo mantello scuro, copre la città, l’ippodromo, le scuderie. Ma la notte, che Nick aveva tanto atteso, si rivela crudele. Perché, come in un film, gli ripresenta alla memoria la corsa, lo scatto finale di Folgore, il volto della bambina che Nick non avrebbe voluto deludere e poi le oscure parole di Perla. Niente può consolarmi – pensa il puledrino -. Io sono nato per vincere e oggi mi è mancato proprio quello che mi fa vivere. Le ore passano, silenziose e lunghissime. Dalla finestra del box si scorge la luce debole e lontana di una piccola stella. E una luce, prima debole e fioca, poi sempre più viva e sicura si fa strada, con il passare delle ore, anche nel cuore del puledrino. Oggi forse ho imparato qualcosa – pensa finalmente Nick -. A conoscere meglio me stesso. Credevo di essere solo un vincitore, credevo di essere imbattibile e invece… . Il tempo passa ancora e Nick si accorge che anche Perla non dorme, ma veglia silenziosa al suo fianco. E il puledrino pensa ancora: Io non avevo mai fatto amicizia con i cavalli che non vincono, non mi interessavano. Ora invece sono uno di loro e so cosa provano nei loro box, la sera…. Perla lo guarda e sorride. E Nick ricambia il sorriso. E se domani saprò ricominciare a correre, superando il mio avvilimento – è l’ultimo pensiero di Nick -, se saprò ricominciare a battermi con fierezza ed entusiasmo, allora sarò diventato un cavallo più forte, non nelle gambe, ma nel cuore. Chissà se è stato Nick, da solo, a pensare tutto questo o se non è stata forse quella stellina, lassù, a suggerirglielo.O la presenza discreta e affettuosa di Perla. Ora Nick si addormenta tranquillo. Il suo cuore è passato dal buio alla luce, le parole di Perla non sono più oscure, per lui. E un anno passa presto.A Parigi, l’anno prossimo, ti aspettiamo tutti, piccolo Nick!

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