La fuga di Haifa
Un’Odissea dei nostri giorni
È la cronaca di un viaggio, il diario di una fuga, l’istantanea su un inferno a cielo aperto. Lo spettacolo racconta l’incredibile storia di Haifa Ghemal, un’anziana donna di Mosul che nel 2015 si mise in fuga con la nipotina di 4 anni percorrendo 5000 chilometri, dall’Iraq al Baltico, attraverso la cosiddetta “rotta dei Balcani”. Una storia vera, un piccolo pezzo di vita vissuta che compone il grande mosaico dell’umanità in cammino. Haifa non sceglie di mettersi in cammino: qualcosa di più grande decide per lei, obbligandola a lasciarsi tutto alle spalle. Una donna coi capelli bianchi costretta a tagliare il filo della sua esistenza, mettendosi alla ricerca. Di una meta. Di un approdo. Forse solo di un posto dove fermare le gambe. “Occident Express (Haifa è nata per star ferma)”, di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo, musica composta e diretta da Enrico Fink ed eseguita dal vivo dall’Orchestra Multietnica di Arezzo. Produzione Teatro Stabile dell’Umbria e Officine della Cultura. A Palermo, Teatro Biondo, dal 20 al 29/4.
L’ Odissea di Mario Perrotta
I versi di Omero, il dialetto leccese e un’epica che si fa sofferta esperienza personale. Un racconto narrato da un punto di vista inconsueto, quello di Telemaco, figlio dell’eroe che racconta la sua versione dei fatti. Con una giacchetta da artista di varietà e il viso coperto di biacca entra in scena Mario Perrotta nei panni del figlio di un Ulisse mai tornato, e comincia il suo spettacolo. Egli non ha ricordi del padre, non l’ha mai visto, non sa come è fatto: per lui, Ulisse è solo un racconto della gente. Lui è l’unico personaggio dell’Odissea che può costruire un’immagine di Ulisse calibrata a suo piacimento, e i suoi pensieri, forse, sono l’unico luogo dove Ulisse può essere ancora un eroe. “Odissea”, testo, regia e interpretazione di Mario Perrotta, musiche originali composte ed eseguite da Mario Arcari e Maurizio Pellizzari. Produzione Itc Teatro Compagnia Teatro dell’Argine. A Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, dal 17 al 22/4.
Il racconto d’inverno
L’opera fa parte dell’ultima fase della produzione shakespeariana. “Mi piace pensare questa commedia – racconta il regista Andrea Baracco – come una favola nera, raccontata da un ragazzino di otto anni, il principe Mamilio, che ha per protagonisti due re, una regina, un vasto gruppo di nobili, un orso affamato, un furfante, una principessa che crede di essere una contadina, un principe che vorrebbe essere un pastore, una dama di compagnia che si mette al posto di un re, una statua di marmo che inaspettatamente prende vita; e poi balli pastorali e feroci processi a corte, morti improvvise e resurrezioni, mari in tempesta e cieli cristallini, tremende gelosie e ravvedimenti improvvisi. La potenza di questo testo risiede proprio nel suo non volersi chiudere in un’unica, definitiva forma; nel suo essere una sorta di mostro a tante teste e dalle molte lingue, pieno di spazi bianchi e salti temporali, che obbliga lo spettatore ad abbandonarsi e lasciarsi sedurre dal gioco favolistico. Baracco dirige gli attori della Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile dell’Umbria. “Il racconto d’inverno” di William Shakespeare, regia Andrea Baracco, collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, scena e costumi realizzati dagli allievi del corso di scenografia, della docente Marta Crisolini Malatesta. Produzione del Teatro Stabile dell’Umbria. A Perugia, Teatro Morlacchi, dal 17 al 20/4, nell’ambito del Perugia Teatro Festival.
L’Amore Stregone in danza
È una delle creazioni che hanno reso celebre nel mondo la Compagnia spagnola di Victor Ullate nel 1994. La coreografia è stata rivisitata nel febbraio 2014 con nuove scene, luci e costumi, combinando gli effetti musicali della versione originale di Manuel De Falla, alle musiche dark ambient del gruppo rock svedese In Slaughter Natives. L’opera “El Amor Brujo”, scritta da De Falla all’inizio del XX secolo, è connotata da un forte sapore andaluso; l’opera, come il balletto, esplora il misticismo gitano e il tema dell’amore nella sua forma primitiva ed essenziale, con chiare citazioni del folklore popolare. “El Amor Brujo/L’Amore Stregone”, Víctor Ullate Ballet. Al Teatro Comunale di Vicenza, per Danza in Rete Festival/Vicenza – Schio, il 21 e 22/4.
Il flamenco di Pastora Galván
Nelle sue celebri pose, la star mondiale del flamenco guiderà il pubblico dal flamenco tradizionale ad una visione contemporanea di quest’arte, costellata da molteplici dettagli. Del flamenco, infatti, Pastora porta nel sangue la tradizione tramandata dai suoi genitori e la modernità dal fratello Israel, artista che ha sviluppato in senso contemporaneo quest’arte e che ha contribuito all’ideazione dello spettacolo. Con lei sul palco la chitarra di Juan Requena e il canto di David el Galli e Manuel Lopez. “Pastora baila”. A Roma, teatro Olimpico, per la VIII edizione del Festival internazionale della danza di Roma della Filarmonica Romana e delTeatro Olimpico, il 19 e 20/4.