La frattura tra cittadini e Parlamento
I partiti sono nel pieno dei tatticismi mentre il presidente della Repubblica Matterella spinge per una nuova legge elettorale. Dopo aver bocciato altre proposte, Matteo Renzi, “nuovo” segretario del Pd, punta a un sistema che prevede il 50% di collegi uninominali e il 50% di proporzionale, senza preferenze e con una soglia di sbarramento al 5%. Un maggioritario definito “modello tedesco” che non favorisce i piccoli partiti per evitare, secondo i proponenti, il ritorno all’instabilità dei governi. Quello col 50% di eletti in collegi uninominali e il 50% con liste proporzionali potrebbe essere il nuovo testo base per proporre emendamenti in vista di una legge elettorale condivisa da una maggioranza. Questo sistema premia i partiti più forti. Forza Italia non vuole però sentir parlare di collegi, mentre si aprono nuovi spazi di lavoro per il centro-sinistra. Il Movimento 5 stelle vuole partire dal Legalicum e cioè il testo uscito dalla sentenza della Consulta sull’Italicum, ma è disposto ad alcune correzioni nell’ottica della governabilità.
In questo quadro in evoluzione, il Movimento politico per l’unità ha rinnovato, insieme ad altri, l’appello ai presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera e ai partiti e movimenti politici per una nuova legge elettorale condivisa. Un invito che espone linee irrinunciabili per portare la Repubblica in una terza fase della sua storia democratica: tenuta e solidità delle istituzioni, una maggioranza che esprima un governo stabile, un delicato equilibrio tra governabilità e rappresentanza, il cittadino corresponsabile della scelta dei singoli parlamentari attraverso collegi uninominali o preferenze, eliminando le liste bloccate, promuovendo tra gli elettori la crescita della domanda di buona politica, minimizzando le cordate utilitaristico-clientelari che umiliano politici, cittadini e partiti che le sfruttano e da ultimo il sistema democratico. Si chiede, insomma, che siano «abbandonate per sempre le tattiche strumentali votate a distruggere anziché costruire e che si inizi a sanare la faglia tra cittadini e Parlamento e a ritessere il rapporto fiduciario, per stringere una nuova e feconda alleanza».