La fraternità è ancora possibile?

A Cadine credenti e non credenti si interrogano: un laboratorio personale e comunitario, in cerca di relazioni nuove

Dal 18 al 20 ottobre al Centro Mariapoli di Cadine – Trento si è svolto un dialogo sulla fraternità, con partecipanti da Carpi, Bologna, Treviso Trento, Bolzano, Brescia, Padova, Pordenone, Mestre, Roma… Una sessantina di persone credenti e non credenti, viste anche le tragedie che stiamo vivendo, hanno provato a rispondere alla domanda: esiste ancora la fraternità?

Insieme hanno cercato risposte valide ancora oggi, interrogando pensatori contemporanei (Galimberti, Recalcati…) e il pensiero di Chiara Lubich che ha fatto dell’unità l’ideale della sua spiritualità, ma anche confrontandosi con esperienze personali che producono risposte, forse piccole per rilevanza sociale, ma capaci di cambiare i rapporti dal basso, cioè le nostre relazioni interpersonali.

Relazioni nuove che generano persone nuove e solo da qui fiorisce la pace della fraternità.

Due gli impegni salienti: il primo mettere in risalto le modalità autentiche di attenzione e rispetto reciproco fra chi si lascia guidare solo dall’umanità e chi può aggiungere anche il contributo della fede. Come attuare una relazione affabile fra questo complesso mondo che vive dentro di noi e fra noi?

Il secondo: il tanto, troppo dolore quotidiano di noi tutti. Si tratta solo di un dolore sordo e senza luce o è invece capace di sprigionare una luce preziosissima? A chi ha partecipato è stato richiesto di impegnarsi onestamente al rispetto totale del rapporto tra umanità e fede e, ancor più, a comunicarsi gli spazi di luce che le difficoltà e il dolore quotidiano hanno sprigionato nella loro vita.

Due giorni, dunque, non tanto per dialogare sulla fraternità, ma per un autentico laboratorio personale e comunitario: appunto, un’esperienza di fraternità, una vera scommessa, che è riuscita appieno. L’incontro si è concluso con la canzone di Vecchioni-Alfa Sogna ragazzo sogna. Rino, non credente, ha commentato citando il verso finale di Alfa: «Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato».

Auguriamo anche a chi ci legge di sperimentare questa straordinaria possibilità di constatare e anche adoperarsi per rendere possibile la fraternità.

Ugo, Rino, don Carlo, Stella

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