La forza di non esser vinto dal male
Noi, se siamo cristiani, “non abbiamo nemici”. Possiamo essere considerati tali da altri e avere dei persecutori; tanti cristiani nostri contemporanei li hanno. Ma per quanto dipende da noi, la categoria del nemico non esiste. È una logica conseguenza dell’amore che Dio ha messo nei nostri cuori. Perché Dio per primo si comporta così. Per questo Chiara Lubich ci raccomanda di avere Gesù in mezzo a noi: con Lui tutto sarà possibile.
«La presenza di Gesù fra persone legate dalla mutua carità, comunica loro tale forza e ardore che l’adempiere qualsiasi volontà di Dio diviene facile e bello. Persino amare i nemici.
Mentre da solo era quasi impossibile tacere di fronte ad un’offesa, ora, unito ai fratelli, non solo taci, ma hai la forza di far del bene a chi ti fa del male, preghi per quelli che ti perseguitano e così via.
Comprendi e sai attuare i paradossi del Vangelo: «A chi ti percuote la guancia destra presenta anche l’altra ed a colui che vuol muoverti lite e toglierti la tunica cedigli anche il mantello. E se uno ti sforzerà a correre per un miglio, va’ con esso per altre due miglia».
Tutto ciò è un dovere per poter vivere alla lettera il Vangelo.
Infatti tuo unico desiderio e tua costante preoccupazione è vivere secondo la linea evangelica i fatti che ti succedono attorno, tanto che non ti senti quasi offeso o punto dal male che il nemico ti fa. Ti affascinano parole nuove come queste: «Se pertanto il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare, se ha sete, dagli da bere: perché così facendo radunerai carboni ardenti sopra la sua testa. Non voler esser vinto dal male, ma vinci col bene il male».
I dolori finiscono coll’apparirti benedizioni. Perché ormai ami l’uomo nuovo in te, che è Cristo, e l’uomo nuovo nel fratello, e odi l’uomo vecchio in te e nel fratello. Benedici per questo la mano che ti percuote perché essa aiuta a far tacere l’uomo vecchio che è sempre in ribellione».
Tratto da “GEN’S”, aprile 1971
a cura di Donato Falmi