La forza miracolosa della poesia

Il testo di Armando Pirozzi e la regia di Massimiliano Civica raccontano la storia di un introverso professore di letteratura che, rientrando in casa, vi trova un ladro, armato di coltello, che, per una questione di vita o di morte vuole da lui qualcosa di molto insolito

 

È un gioiello di drammaturgia. E di messinscena. Come di rado accade di vedere e ascoltare. Un dialogo beckettiano declinato nel nostro presente in cui riflettersi. “Un quaderno per l’inverno” di Armando Pirozzi per la regia di Massimiliano Civica, è un distillato di scrittura poetica, minimale, colta e popolare, con un nitore linguistico di parole semplici che hanno il pregio di incidersi senza accorgercene grazie a Civica, cesellatore austero e ascetico di parole, di gesti, di corpi, che lavora per sottrazione; e a Pirozzi, artefice di scritture scarnite, minimali, dalle drammaturgie dirompenti, paradossali ma realistiche.

Un quaderno per l'inverno

Alle parole seguono silenzi e sguardi, piccole azioni e pose di attori – rigorosi e perfetti Alberto Astorri e Luca Zacchini, dalla recitazione secca – per raccontarci la storia surreale di due sconosciuti che si ritrovano, forzatamente, a dialogare di umanità, di etica e di arte. C’è in questo allestimento una purezza d’intenti e un’umiltà sottesa, un’empatia tra autore regista e attori alla quale anche il pubblico non si può sottrarre. E lo avvertiamo. Avvertiamo quanto riuscito sia il sodalizio artistico creatosi in virtù di quel rito teatrale che per Civica significa incontro autentico fra persone, rapporto da creare, da vivere nel presente tra attori e spettatori lasciando a questi ultimi di entrare dentro la storia, riconoscersi e reinterpretare quanto avviene in scena. Senza artifici. Bastano infatti due sedie, un tavolo, qualche oggetto, una luce fissa, e due corpi. Che sono anime. Quelle inquiete, indulgenti, in lotta per la sopravvivenza, di un ladro gentile e di un professore universitario di letteratura, entrambi dalla grigia quotidianità.

Un quaderno per l'inverno

Nella prima di tre scene che scandiscono tempi diversi, entriamo, attraverso il semplice gesto di una mano che apre la porta, dentro la casa del professore il quale, rientrando la sera, si trova faccia a faccia con un ladro armato di coltello che lo minaccia. Questi non si è intrufolato per rubare. Esige, per una questione di vita o di morte, qualcosa di insolito: scrivere una ulteriore poesia per la moglie malata, convinto che possa risvegliarla dal coma in cui si trova. Il ladro crede infatti al potere salvifico dei versi dato che, vegliando sulla moglie e leggendole un quaderno di poesie sottratto casualmente al professore in un precedente furto, ha constatato una reazione positiva della donna.

L’insolita richiesta darà inizio ad una contrattazione che si trasforma via via in un confronto surreale di idee sull’arte e sulla sua necessità o meno; di pensieri sull’inadeguatezza del vivere; di sentimenti e interrogativi dolorosi, conditi di una sapiente dose d’inevitabile humour scaturito dalla singolare situazione che, forse, è un incubo del professore, una proiezione della sua mente. Tra le molte interpretazioni si può rilevare nei due personaggi l’essere l’uno specchio o doppio dell’altro, entrambi con palesi o nascoste velleità artistiche, con desiderio di riscatto esistenziale.

Come finirà quando i due si ritroveranno 8 anni dopo, non possiamo svelarlo. Di sicuro saranno stati in qualche modo segnati dall’esperienza di quella notte che, seppure vissuta e ricordata in modi molto diversi, ha tracciato forse la possibilità di un cambiamento, di una più ampia comprensione. Due mondi opposti che la bellezza, l’arte – della poesia – riunisce e fa convivere.

“Un quaderno per l’inverno”, di Armando Pirozzi, uno spettacolo di Massimiliano Civica, con Alberto Astorri e Luca Zacchini, costumi Daniela Salernitano, scene Luca Baldini, luci Roberto Innocenti. Produzione Teatro Metastasio di Prato, con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello. A Roma, Teatro India; a Castiglioncello (Li), Festival Inequilibrio, il 24 e 25/6; a Milano, Festival “Da vicino nessuno è normale”, il 28/6; a Spoleto, (PG), Festival dei 2Mondi, dal  7 al 9 luglio.

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