La Fortitudo è tornata a volare
Bologna, da ieri, può essere nuovamente chiamata Basket City. Dall’anno prossimo, in Serie A, tornerà infatti lo storico derby tra le due realtà cittadine: un unicum nella storia della pallacanestro italiana. La Fortitudo ha infatti acciuffato la promozione, al termine di una stagione dominata che sancisce, di fatto, la fine di un calvario cominciato nel lontano 2009. Il grande risultato è stato raggiunto a tre giornate d’anticipo del campionato di Serie A2: decisivo il 91-79 contro Ferrara.
L’atmosfera, in un Pala Dozza gremito da 5000 tifosi festanti, tra cui spiccava la presenza dell’ex arbitro e supporter Pierluigi Collina, era di quelle da ricordare. La “Effe” si è imposta sui ferraresi al termine di un match tirato soltanto nella parte iniziale, col primo tempo ad appannaggio degli ospiti e chiuso 19-23. Il 38-38 del riposo lungo è stato il preludio di una ripresa interamente dominata dagli uomini di coach Martino: +12 alla fine del terzo quarto, un divario confermato anche alla sirena finale, quando si è scatenata la bolgia del tifo bianco e blu. Un momento storico, a cui ha fatto da cornice l’enorme A rossa che ha colorato la curva dei sostenitori fortitudini.
È un trionfo inseguito da ben tre anni: il Girone Est di A2 è stato letteralmente dominato, con 24 vittorie su 27 e un vantaggio incolmabile per Montegranaro e Treviso, altra nobile decaduta del panorama cestistico italiano. Una vittoria incontestabile che cancella l’amarezza della sconfitta nella finale playoff del 2016 e delle due successive eliminazioni in semifinale. Il cerchio adesso si compie, come conferma anche il capitano Stefano Mancinelli. Classe 1983, 22 presenze in nazionale, è la memoria storica della squadra: l’ex ala azzurra, infatti, è l’ultimo reduce dello scudetto Fortitudo del 2005, ma ha anche vissuto da protagonista l’amara retrocessione del 2009, a cui ha fatto poi seguito il fallimento della squadra.
Assieme a Daniele Cinciarini, Guido Rosselli, l’americano Kenny Hasbrouck e l’argentino Carlos Delfino, 37 anni, capitan Mancinelli ha costituito l’invincibile drappello di veterani sulla cui base l’allenatore Antimo Martino ha costruito i successi stagionali. «Quest’anno eravamo i più forti – ha detto l’atleta alla fine dell’incontro con Ferrara, attorniato dai tifosi in festa – c’era tanta pressione, ma eravamo consapevoli del fatto che sarebbe bastato restare sul pezzo. Ero sceso in A2 per questo, per riportare in Serie A la Fortitudo. Nel 2009 c’ero e fu un disastro: non avevo comunque bisogno di quel ricordo per compiere l’impresa. Dicevano fossi vecchio: mi hanno motivato ancor di più. Missione compiuta».
La Fortitudo, in un post sulla sua Pagina Facebook ufficiale, ha accompagnato il resoconto della vittoria su Ferrara a una riflessione riguardante il risultato appena raggiunto. «Il trionfo degli umili. Di chi ha cercato (estate 2013) di percorrere una strada che non si sapeva dove avrebbe portato, trovandosi anche a giocare (talvolta) contro squadre di cui si ignorava l’esistenza fino al giorno prima ma facendolo senza scomporsi e trovando, invece, la forza per sopperire a dieci anni senza serie A con le caratteristiche che da sempre contraddistinguono ogni singolo fortitudino: orgoglio e fierezza».
Il futuro, adesso, impone di costruire una squadra all’altezza del maggior palcoscenico nazionale. Ci saranno novità a livello sia di management che di rosa: l’obiettivo è quello di radicarsi nella massima serie, rinverdendo i fasti del derby con la Virtus. Per arricchire un palmares fatto di due scudetti (2000 e 2005) e una Coppa Italia (1998), ci sarà tempo. Intanto, Bologna avrà finalmente la possibilità di rivendicare con orgoglio il titolo di Basket City: la Fortitudo è tornata a volare.