La forma più alta di testimonianza

Il saluto del Ministro generale dei Frati Minori Conventuali all’inizio dell’incontro nella Basilica Superiore di San Francesco
Carismi in comunione 2010

Carissimi fratelli e sorelle,

a voi tutti qui convenuti da ogni parte d’Italia porgo il saluto del Poverello di Assisi: “Il Signore vi dia pace!”.

La vostra presenza in questo luogo, particolarmente segnato dalla memoria e dalla testimonianza cristiana di san Francesco, assume il colore della comunione, una caratteristica tipicamente evangelica che il Poverello fece propria, declinandola nella fraternità e ponendola a fondamento del carisma che Dio aveva suscitato nella Chiesa per mezzo di lui.

 

Spesso sentiamo dire – e ne facciamo diretta esperienza, ogni giorno – che il nostro mondo è piagato dall’individualismo, dall’autoreferenzialità, dalle contrapposizioni frontali: come cristiani, abbiamo il dovere di essere sale e luce, di fungere da lievito nella massa, contribuendo a creare le condizioni per un mondo più umano e sereno. La comunione è certamente la risposta cristiana per eccellenza alle derive che ho accennato. Secondo la parola di Gesù, la comunione è anche la forma più alta di testimonianza e di annuncio: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35).

 

L’amore reciproco tra i fratelli, la comunione ad intra, è dunque la carta di identità più autentica per ogni cristiano: mi pare di poter interpretare in questa direzione il senso più vero del vostro convenire qui, oggi, come movimenti ecclesiali, espressioni diverse di una medesima fede che si manifesta nella Chiesa in una molteplicità di carismi. Alle tante, singole voci che si sovrappongono, impedendo qualsiasi forma di dialogo, vogliamo preferire la coralità, la sinfonia di un insieme in cui ciascuno apporti il proprio contributo senza soffocare l’identità dell’altro.

 

Francesco d’Assisi, che assunse la comunione con Dio, con i fratelli e con il creato come stile di vita, può certamente costituire un valido punto di riferimento per il nostro cammino di unità: alla sua protezione e intercessione affido il lavoro di questa giornata.

“Il Signore vi dia pace!”.

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