La finestra di fronte

Quella di Giovanna e Filippo e dei loro due figli è una famiglia “proletaria”. Lui, un operaio che lavora quasi sempre di notte; lei, contabile in una polleria industriale. È una vita, la loro, carica di preoccupazioni e di impegni assillanti: il lavoro, i figli da accompagnare a scuola, la casa da mandare avanti. Due uomini a un certo punto fanno la comparsa nella vita di Giovanna. Il primo è un anziano, vittima di un’amnesia, che viene accolto, non senza una certa riluttanza, nella loro casa. È una persona silenziosa e densa di mistero: ha soldi e indossa abiti eleganti, ma nessuno ne ha denunciato la scomparsa. L’altro è Lorenzo, un vicino di casa che Giovanna osserva di nascosto dalla finestra della cucina. I due si conoscono, iniziano a frequentarsi, ma lui è in partenza per Ischia dove andrà a dirigere una banca. Sono presenze sconvolgenti che generano spinte contrapposte: il vecchio crede che Giovanna possa ottenere di più dalla sua vita senza rinunciare alla famiglia; Lorenzo vorrebbe che lei lasciasse tutto per raggiungerlo a Ischia. Ma sarà proprio nell’osservare la propria casa dall’appartamento di Lorenzo, da quella finestra di fronte, appunto, che per la prima volta Giovanna si vedrà, come in uno specchio, spettatrice di sé stessa e della propria vita, traendone, con l’aiuto del vecchio, tutte le conseguenze. La finestra di fronte è un film suggestivo e affascinante in cui la consueta abilità narrativa di Ozpetek è al servizio di una storia malinconica ma non amara, che il regista racconta accarezzando con dolcezza i personaggi e mescolando abilmente piani temporali diversi, con l’affiorare nella memoria dell’anziano dei ricordi della sua storia d’amore passata i cui contorni arrivano pian piano a combaciare con quelli della nascente storia tra Giovanna e Lorenzo. Una storia che per Giovanna rappresenta un punto di domanda inquietante: la sua famiglia costituisce un ostacolo alla sua felicità e alla piena realizzazione di sé stessa? Un tema, questo, che sta diventando una dominante del cinema italiano di questo periodo, visto anche Muccino nel suo recente Ricordati di me. Ma mentre nel film del regista romano la felicità coincide con il successo e la competizione sociale arriva a inquinare anche la vita tra le mura domestiche, ne La finestra di fronte Ozptek sceglie un punto di vista più indulgente e ci pone di fronte a personaggi più umani, capaci di scelte più costruttive e coraggiose. Ma non tutto nel film funziona a dovere. Raoul Bova è un Lorenzo talvolta accademico, la sceneggiatura è a volte un po’ didascalica, il ritmo nella seconda parte si fa più incerto e meno fluido. Ma al di là di queste imperfezioni Ozptek si conferma eccellente e sensibile narratore di quella umanità un po’ ai margini che tenta con tutte le sue forze di non perdere la propria identità e la voglia di vivere una vita migliore. Regia di Ferzan Ozpetek; con Giovanna Mezzogiorno, Massimo Girotti, Raoul Bova, Filippo Nigro, Serra Yilmaz.

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