La fine delle società partecipate inutili
Al Consiglio dei Ministri del 29 agosto, oltre che di sconti fiscali e sbocco cantieri, si discuterà anche di tagli alle società municipalizzate. Infatti, su indicazione del commissario alla spending review Carlo Costarelli, ci sarà un intervento sulle società partecipate dagli enti locali: le famose “municipalizzate”. In Italia, attualmente, ce ne sono 7.726, mentre Palazzo Chigi intende ridurle a circa mille.
Da uno studio della Corte dei Conti risulta che il costo complessivo annuo di queste società è di 25,9 miliardi, senza considerare le varie indennità e gettoni per i componenti dei consigli di amministrazione che sono circa 26 mila. Inoltre, molto probabilmente, nel CdM si discuterà anche della possibilità di incentivare la quotazione di queste società, soprattutto quando gestiscono servizi molto importanti – come i trasporti e la gestione dei rifiuti – per fare in modo che siano obbligate ad una gestione più attenta e ad una amministrazione societaria più accurata.
Cosa sono le società partecipate o municipalizzate?
Si tratta di società di diritto privato con capitale interamente pubblico o quasi e, normalmente, detto capitale viene finanziato da enti come comuni o regioni. Va da sé che, a prescindere da qualsiasi cosa si occupino, le scelte aziendali dei dirigenti di tali società siano dettate da interessi politicizzati.
Come hanno vissuto?
E’ ampiamente risaputo come fino ad oggi queste società municipalizzate abbiano comportato il proliferare di Consigli di Amministrazione, cariche e figure varie oltre che addirittura nomine ed assunzioni clientelari. Ed è proprio a causa di una eccessiva libertà gestionale dettata da logiche clientelari che tali società spesso sono miseramente fallite o sull’orlo del dissesto finanziario.
Cosa cambierà con il decreto “Sblocca Italia”
L’intenzione del Governo è quella di ridurre drasticamente il numero delle municipalizzate o partecipate, che passerebbero da circa 8 mila a un migliaio, con un risparmio immediato per le casse pubbliche di circa 3 miliari di euro. Sarà anche incentivata la messa sul mercato delle società che gestiscono servizi essenziali come i rifiuti ed i trasporti. I comuni che metteranno sul mercato le municipalizzate potranno utilizzare i fondi ricavati fuori dal vincolo del patto di stabilità interno.