La fine del Ramadan e gli auguri di Francesco

Si conclude in questi giorni il periodo sacro vissuto dai musulmani di tutto il mondo. Come d'abitudine, la Chiesa cattolica esprime i propri auguri, che quest'anno, per la prima volta, sono stati firmati dal papa in persona
Il mondo musulmano festeggia la fine del Ramadan

In questi giorni si conclude il periodo del digiuno del Ramadan, il momento probabilmente più sacro per tutti i musulmani del mondo, che, in qualche modo anche in occidente, ci troviamo ora a vivere e condividere con vicini di casa, persone con cui lavoriamo o che semplicemente incrociamo per strada o troviamo sui mezzi di trasporto pubblico.

Come ogni anno, la Chiesa cattolica, come segno di condivisione con i musulmani del mondo, ha rivolto loro un messaggio augurale per questa occasione. Si tratta di una tradizione consolidata nel tempo e che vede, normalmente, il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, farsi interprete di questo sentimento di fratellanza.

La decisione di papa Francesco di firmare in prima persona il messaggio augurale del 2013 ha suscitato una forte impressione e reazioni molto positive in tutto il mondo dell’Islam. Il testo, del resto, è particolarmente significativo per i tempi che ci troviamo a vivere. Desidera promuovere, infatti, il «mutuo rispetto attraverso l'educazione», sottolineare l'importanza «del rispetto reciproco sempre, non solo in presenza dell'altro» e la priorità «del dialogo e della cooperazione tra credenti, in particolare tra cristiani e musulmani» che «va sempre rafforzata».

Proprio il rispetto attraverso l'educazione, un tema sensibile per il mondo islamico e molto importante per quello cristiano, è stato scelto per il testo di auguri a firma del papa. «Ciò che siamo chiamati a rispettare in ciascuna persona è innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche». Il papa si fa interprete del dolore che provoca la mancanza di rispetto nei confronti sia dei capi religiosi che dei luoghi di culto. «Quanto dolore arrecano gli attacchi all'uno o all'altro di questi!», ha commentato. Il pontefice, inoltre, si mostra consapevole «che in questo periodo le dimensioni familiare e sociale sono particolarmente importanti per i musulmani e vale la pena notare che vi sono certi paralleli in ciascuna di queste aree con la fede e la pratica cristiane. Quest'anno, il tema su cui vorrei riflettere con voi e con tutti coloro che leggeranno questo messaggio, e che riguarda sia i musulmani sia i cristiani, è la promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione».

Educare al rispetto, significa rivolgersi in particolare ai giovani, sia cristiani che musulmani. «Dobbiamo formare i nostri giovani – sottolinea Francesco – a pensare e parlare in modo rispettoso delle altre religioni e dei loro seguaci, evitando di mettere in ridicolo o denigrare le loro convinzioni e pratiche. Sappiamo tutti che il mutuo rispetto è fondamentale in ogni relazione umana, specialmente tra persone che professano una credenza religiosa. È così che può crescere un'amicizia sincera e duratura».

Gli echi sono stati, ovviamente, positivi. Non è sfuggito, infatti, a molti dei leaders religioni dell’Islam il fatto che papa Francesco abbia voluto inviare il suo messaggio in prima persona, non attraverso l’organo competente della Santa Sede.

Come nota il teologo musulmano Adnane Mokrani, intervistato dalla Radio Vaticana per un’impressione a caldo su questo testo, «il messaggio può incoraggiare le persone che stanno lavorando nel campo del dialogo interreligioso ad andare avanti, ad avere speranza e a trovare nuove energie. Secondo me, è un messaggio che dà speranza e aiuta le persone che lavorano in questo campo».

Mookrani, uno studioso algerino-tunisino che da quindici anni vive a Roma e insegna in varie università pontificie, sottolinea che «come musulmano sono molto contento di ricevere questo messaggio di pace e di auguri da un grande Papa. Già il suo nome, Francesco, indica l'interesse verso il dialogo interreligioso: san Francesco è un simbolo del dialogo con i musulmani» e poi, aggiunge, «è la prima volta che un Papa firma una lettera così viva, così bella, aperta, un appello al rispetto reciproco come base comune dell'amicizia; un appello ai giovani di rispettare le altre religioni».

Inoltre, non sfugge al teologo e al professore la valenza formatrice dell’invito di Francesco. «L'attenzione particolare ai giovani è molto importante: educare i giovani al dialogo, alla convivenza, ai valori comuni per una umanità più pacifica, più accogliente. Questo è un lavoro comune, un impegno comune che deve essere l'obiettivo del dialogo interreligioso per i prossimi anni».

Papa Francesco si pone, dunque, anche come un interprete del nostro tempo non solo per le questioni oggi dibattute a livello etico ed economico, all’interno e all’esterno della Chiesa, della sua scelta per i poveri e per una vita coerente con essa. Aggiunge in modo significativo il dialogo interreligioso, particolarmente con l’islam, alla road-map che ha mostrato e continua a mostrare ogni giorno alla Chiesa e al mondo.

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