La festa della Madonna del Tufo
Il 19 e 20 agosto p.v. si terrà, a Rocca di Papa, la festa della Madonna del Tufo, che celebra la devozione verso la Vergine Maria venerata come Patrona di Rocca di Papa, nel luogo ove la Santa Vergine volle preferire la sua Miracolosa presenza.
La cittadina di Rocca di Papa si trova a circa 30 km da Roma. Il Santuario della Madonna del Tufo, a circa 1 km dalla cittadina. La festa si tiene tradizionalmente la domenica successiva al 15 agosto, festività dell’Assunzione al cielo di Maria Vergine.
È un momento molto atteso dalla cittadinanza e attrae, ogni anno, un gran numero di pellegrini e visitatori. Ci saranno anche quest’anno, momenti di spiritualità religiosa e spettacoli folkloristici, teatrali, musicali, un banco gastronomico.
I papi che si sono succeduti hanno fatto visita anche più volte al santuario della Madonna del Tufo, fiduciosi della potente intercessione della Vergine. Papa Giovanni Paolo II in visita al santuario il 21 agosto 1988 definì la Madonna del Tufo Regina dei Castelli Romani.
Le numerose richieste di voler celebrare nel santuario matrimoni e ricorrenze di 25 e 50 anni di matrimonio, hanno portato a venerare la Vergine del Santuario anche come protettrice dell’unità coniugale, della famiglia e dei suoi componenti.
La rotonda di fronte al santuario ombreggiata da tigli e da lecci si apre come una finestra all’incantevole vista mozzafiato sulla valle sottostante e sul Lago Albano.
Papa Paolo VI (che visitò spesso il Santuario) parla della vista che si gode dalla rotonda come un «grande e magnifico dono della natura. Da qui potete vedere il lago, la città, i Colli, le pianure, i boschi. Questa visione vi aiuta ad arrivare fino a Dio creatore di tutte queste bellezze».
Il Miracolo
Le origini del santuario della Madonna del tufo risalgono a un evento avvenuto secondo la tradizione nel 1490, quando in un giorno di vento furioso e pioggia passava un viandante e d’improvviso si staccò dal monte sovrastante un enorme masso di tufo che con immenso fragore si stava riversando sul sentiero percorso dal viandante. Sul punto di essere travolto e schiacciato il viandante invocò la Vergine Santissima di essere salvato e il masso in quell’istante si arrestò a pochi passi da lui.
Arrivato in quel punto, per il forte declivio il masso non avrebbe potuto arrestarsi, come viene descritto da chi documentò i fatti per la diocesi.
Scriveva don Serafino Sciamplicotti (di Frascati) nel 1872 che «l’improvvisa fermata di quell’enorme macigno debba ascriversi a sovrumana potenza io reputo fuor d’ogni dubbio, sol che si rifletta un istante, che il terreno che precipitosamente percorreva il masso, è una ripida montagna che il masso stesso è di volume grandissimo e che il luogo dove si è arreso è alla metà dell’erta montagna che non contiene alcuna piccola zona di piano e se al presente si scorge una via di sufficiente grandezza ed un piazzale spazioso tutto questo fu opera dei tempi posteriori».
Dalla sovrastante rupe, dalla quale si staccò il masso del miracolo, si sono staccate spesso intere fiancate ed enormi blocchi di tufo. All’epoca del miracolo c’era una semplice mulattiera.
Storia del Santuario
L’uomo in segno di devozione e ringraziamento fece costruire una piccola cappella nel punto dove il masso si arrestò. L’enorme masso di tufo del miracolo, dal peso di circa 150 quintali, venne posto in fondo alla chiesa a memoria dell’evento. Sul corpo centrale del masso è stata aperta una nicchia levigata di 1,40 m per 60 cm e dipinto l’affresco della Madonna in grandezza naturale, assisa in trono, sul cui ginocchio destro poggia in piedi il suo figlio divino.
L’affresco secondo i critici d’arte risale al 1435 o 1508 e si deve al pennello di Antoniazzo Romano che fu uno dei pittori migliori che fossero a Roma in quell’epoca.
L’edificio originario subì diverse modifiche e ampliamenti, per cui dopo i primi restauri apportati nel 1723 ne eseguirono altri nel 1780 e nel 1792, fino a raggiungere l’aspetto attuale. Nel 1723 l’affresco fu ridotto malamente da un sedicente pittore Flaminio Santovetti che poi fu tradotto in carcere per questo evento e l’affresco venne ridipinto.
Il Santuario del Tufo fu subito un richiamo di fedeli e devoti per pregare e venerare l’icona miracolosa della Madonna del Tufo per ottenere grazie e protezione. L’interno del santuario è divenuto, nel tempo, ricco di affreschi e opere d’arte religiosa che creano una atmosfera contemplativa di devozione e raccoglimento.
Miracoli ed ex voto
Don Serafini Sciamplicotti (nel suo volumetto Notizie raccolte, conservato nella diocesi di Frascati) ha scritto dei numerosi ex voto esistenti nel santuario che attestano gli innumerevoli favori celesti e le grazie ricevute da quanti fecero fiducioso ricorso alla celeste mediatrice. Tra gli eventi ricordati si evidenziano:
- la ripetuta preservazione di Rocca di Papa dal flagello del terremoto nel 1810 più volte verificatosi nei Castelli Romani;
- la preservazione dalla strage del colera del 1854 che aveva colpito tutta Italia e che aveva iniziato a mietere vittime anche a Rocca di Papa. Appena fu iniziato un triduo di penitenza nel santuario del tufo il colera cessò immediatamente ed i contagiati furono risanati per l’intercessione della Madonna del tufo.
- nel 1867, mentre Albano veniva decimata dal nuovo infierire del colera, Rocca di Papa ne andò completamente esente ed i cittadini di Albano non curanti del divieto di uscire dal proprio abitato si rifugiavano presso il santuario implorando l’intervento della miracolosa Madonna del tufo.
- miracolose guarigioni da malattie mortali. Vengono citati nomi di moribondi preservati dalla morte.
- prodigiose liberazioni dalle mani degli assassini per intercessione della Vergine. Di ciechi guariti di peccatori impenitenti convertiti.
Di fronte a tanto slancio di fede e agli incessanti prodigi operati dalla miracolosa immagine gli stessi Romani Pontefici vollero arricchire il piccolo santuario di singolari privilegi:
- l’indulgenza plenaria per i vivi e per i defunti in tutte le feste di prima classe della Madonna
- l’indulgenza plenaria tutti i venerdì di marzo il giorno di San Giuseppe e di Sant’Anna.
Ma un privilegio speciale fu ottenuto per munificenza di Pio VII già vescovo di Frascati: «l’altare della Madonna abbia a godere di tutte le indulgenze e privilegi che gode l’altare di San Lorenzo fuori le mura fra queste il privilegio speciale della indulgenza plenaria per la liberazione di quell’anima in suffragio della quale si celebra la Santa messa all’altare privilegiato».
L’incoronazione della sacra immagine
Il popolo devoto alla Santa Vergine, a sua volta, volle rendere onore alla Madonna del tufo e chiese la coronazione della sacra immagine da parte del Capitolo Vaticano, segno del riconoscimento ufficiale di questo culto da parte della Chiesa.
Nell’estate del 1869 nacque la Pia Unione per l’Incoronazione della Sacra Vergine di Maria Santissima del Tufo, la quale fu riconosciuta dal vescovo di Frascati cardinale Nicola Peracciani Clavelli il 22 ottobre dello stesso anno.
Il Capitolo Vaticano in data 11 settembre 1870 decretava di cingere con Corona Aurea l’immagine della Madonna del Tufo.
Il 28 agosto 1872 a Rocca di Papa ci fu l’incoronazione della Madonna del Tufo a cura del vicario del Capitolo Vaticano l’arcivescovo Edoardo Horward.
Rocca di Papa
Rocca di Papa si trova dolcemente arrampicata sull’antica vetta di Monte Cavo una delle più belle posizioni dell’agro romano.
Nella parte più alta è circa 750mt/slm dove si trovano resti dell’antica Rocca (la via sacra) mentre a ridosso della montagna ci sono le più antiche case costruite, in modo irregolare, una sull’altra ad uso Vespaio, sul pendio della rupe tra viuzze ripide e contorte che costituirono il primitivo borgo con al centro la “Chiesetta del Crocifisso” e più in basso la prima piazzetta del paese detta “Piazza Vecchia” con la Fonte.
Per la sua posizione strategica e per il suo ricco patrimonio boschivo Rocca di Papa si trovò sempre al centro di contese, lotte e interessi delle famiglie baronali e con il papato e le conseguenze non potevano essere che disastrose per il paese e gli abitanti.
Nel 1855 avvenne una rivolta popolare e circa 200 contadini stanchi dei soprusi dei principi Colonna e del Papato rivendicavano la proprietà dei boschi e dei terreni.
Il popolo non ebbe la solidarietà da parte del Priore che governava la città così il 30 Aprile avvenne la rivolta che proclamava la Repubblica di Rocca di Papa.
Sulla piazza della Barcaccia venne eretto il vessillo dell’indipendenza e sostituito lo stemma dello Stato pontificio. Non è chiaro quanto a lungo sia durata la rivolta repubblicana, sebbene le fonti siano concordi sulla brevità della rivolta (da un giorno ad alcuni mesi).
La lapide inaugurata in piazza Giuseppe Garibaldi nel 1955, nel centesimo anniversario di quell’evento, riferisce che la sollevazione popolare ebbe durata di sei giorni. Poi il papato provvide a breve con le sue truppe a ripristinare la propria autorità.
Nel 1889 fu costruito a Rocca di Papa (Campi d’Annibale) l’Osservatorio Geodinamico Reale, che dal 1922 al 1935 ospitò gli esperimenti scientifici sulle onde elettromagnetiche di Guglielmo Marconi.
Lo studio delle “onde corte” e “onde cortissime” (microonde) e le sperimentazioni eseguite da Gugliemo Marconi a Rocca di Papa portarono una rivoluzione nel mondo della comunicazione.
Il Movimento dei Focolari
A Rocca di Papa è presente il centro internazionale del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich, deceduta nel 2008, che riposa nella cappella all’interno della sede internazionale del movimento. È in corso la causa di beatificazione e recentemente nella diocesi di Frascati, c’è stata la cerimonia di chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Chiara Lubich. Il processo ora è passato alla Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano.
Emanuele Crestini, il sindaco eroe
Il 10 giugno 2019 una esplosione di gas e conseguente fiammata devastarono l’edificio comunale ferendo gravemente il sindaco in carica Emanuele Crestini che il 20 giugno 2019 in seguito delle gravi ustioni riportate moriva all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di fronte a quanto avvenuto così si è espresso: «L’Italia vera è una sola, è quella dell’altruismo e del dovere. L’altra non appartiene alla nostra storia e al sentimento profondo della nostra gente. Quella autentica è l’Italia del Sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini. Nell’incendio del suo municipio ha atteso che si mettessero in salvo tutti i dipendenti, uscendone per ultimo. Sacrificando così la propria vita».
Al sindaco Emanuele Crestini è stata conferita la medaglia d’oro al valore civile alla memoria.
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