La festa dei fidanzati

Papa Francesco festeggerà San Valentino in piazza San Pietro con 25 mila fidanzati provenienti da 20 Paesi diversi e risponderà alle domande di tre coppie provenienti da Frosinone, Massa Carrara e Gibilterra. Scopriamo le loro storie

Un evento senza precedenti. Papa Francesco festeggerà la festa di San Valentino in piazza San Pietro con 25 mila fidanzati provenienti da 20 Paesi, in gran parte italiani ma anche francesi, spagnoli, asiatici e americani. Il programma comincia alle 11, in diretta su Tv2000, con un percorso artistico e musicale, con brani di Mariella Nava, Tosca, Francesca Michielin e le storie di alcune coppie che ripercorrono il loro primo incontro, la promessa d’amore, lo sviluppo della loro storia nella quotidianità e il superamento delle difficoltà. Alle 12, in diretta su Raiuno, l’arrivo del papa che risponderà a tre domande di tre coppie promesse spose.

L’iniziativa nasce forse per dare un senso più autentico a questo giorno che, ormai, vola basso solo sulle ali del consumismo? La motivazione più vera è che accadono anche oggi dei “sì” per sempre, senza se e senza ma, anche se occorre una dose di coraggio pari alla precarietà del lavoro e alla fragilità dei rapporti in una società liquida.

C’è chi crede nella famiglia, come Stefano e Valentina, trentenni, entrambi della provincia di Frosinone. Lui gestisce un laboratorio di pasticceria, lei insegna educazione musicale nelle scuole. «Il nostro lavoro ‒ precisa Stefano ‒ è precario, ma grazie a Dio non manca». È una delle tre fortunate coppie di fidanzati che farà una domanda al papa. Non che Stefano fosse in passato uno "stinco di santo", anzi, ha dei passati piuttosto burrascosi e licenziosi. «Mi sono convertito alcuni anni dopo la benedizione di un sacerdote francescano. Due minuti di colloquio e, da non credente quale ero, mi sono riavvicinato al Signore e ai sacramenti cominciando ad andare a messa tutti i giorni senza che nessuno me lo dicesse».

Ogni giorno alle 12 lascia la sua pasticceria e partecipa alla celebrazione eucaristica nell’Abbazia di Casamari, dove è ministro straordinario della Comunione e catechista, mentre Valentina è animatrice del canto e catechista. «Da quel momento ‒ continua Stefano ‒ ho cominciato ad apprezzare anche le piccole cose, emozioni semplici e uniche. Ora il mio desiderio più grande è sposarmi, a differenza di alcuni anni fa, quando pensavo solo a divertirmi e il massimo per una relazione, in un lontano futuro, sarebbe stato convivere». L’incontro galeotto è avvenuto alla Gmg di Madrid e il 18 maggio prossimo sono fissate le nozze. «Siamo giovani ‒ aggiunge Valentina ‒ pieni di impegni che stancano, siamo due persone completamente diverse negli interessi, nei modi di guardare il mondo, nei gusti, nelle abitudini. Agli occhi del mondo sembriamo incompatibili. Noi vogliamo puntare in alto e non fermarci alle diversità che potrebbero essere un limite o un motivo di divisione tra di noi, ma vogliamo crescere ogni giorno nel desiderio di formare una famiglia basata sull’amore reciproco, unico, incondizionato». Al papa chiederanno se esiste una spiritualità del quotidiano per la vita di coppia.

Nicholas e Marie Alexia arrivano da Gibilterra. Anche per loro non è stato facile decidere il grande passo «che è maturato non senza una lotta», anche se «i nostri sentimenti profondi erano più forti e non volevamo arrenderci al messaggio di un più comodo individualismo self-service». La loro domanda sarà proprio sul tema di tutto l’incontro: il “sì” per sempre in un contesto di tante paure come la precarietà del lavoro, la responsabilità di crescere dei figli, la difficoltà di trovare casa.

Da Massa Carrara a Roma in treno per chiedere al papa qualche consiglio su come celebrare bene il loro matrimonio. Festa spesso ridotta a un rito solo esteriore e costoso. Marco e Miriam sono entrambi trentenni, si sono conosciuti lo scorso 9 marzo a una scuola di formazione socio-politica e «dopo qualche mese abbiamo capito che la persona che avevamo accanto era quella che Dio da sempre aveva pensato per noi, ed è subito iniziata quella che possiamo definire come “corsa all'altare”, tanto che il 14 settembre ci sposeremo. Appena abbiamo iniziato a sognare con gli occhi aperti il nostro matrimonio, abbiamo sentito il desiderio, come un richiamo, di fare qualcosa di diverso».

Una solida formazione dai Frati minori di Assisi e l’assenza del superfluo: l’omaggio floreale sarà solo sull’altare, le bomboniere, gli inviti e le decorazioni saranno preparate da loro stessi. È un andare controcorrente perché «la nostra meta ‒ dice Miriam ‒ deve essere la santità e non una tranquilla normalità». «Insieme ‒ conclude Marco ‒ potremo un giorno accogliere i figli che il Signore vorrà donarci e magari tendere una mano a chi è solo o abbandonato per essere la famiglia di chi non ha famiglia».

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons