La Federal Reserve si tinge di rosa
Ieri il presidente Obama ha nominato Janet Yellen nuovo governatore della Federal Reserve, dopo essere stata la vice dell’attuale governatore, Ben Bernanke. La notizia è arrivata nel pieno di una crisi politica a Washington, all’ottavo giorno di blocco delle attività statali (shutdown), ma la conferma del Senato non sembra in dubbio. Janet Yellen infatti piace a tutti, dagli operatori finanziari alla sinistra democratica, passando per i liberal democratici. La sua sarà una politica monetaria accomodante, tesa a favorire la ripresa dell’economia e dell’occupazione. Il ritorno alle politiche restrittive e il rialzo dei tassi di interesse con lei non è in agenda nel breve termine.
Janet Yellen, 67 anni, sarà la prima donna a capo della Federal Reserve degli Stati Uniti. Sembra che Christine Lagarde, anche lei prima donna a coprire il ruolo di direttrice generale del Fondo monetario internazionale, abbia esclamato con entusiasmo: «C’est super!». Sì, è straordinario, perché non ci sono molte donne a capo di istituzioni così importanti e di banche centrali in particolare. E tuttavia non mancano del tutto: dal 24 giugno 2013 è donna il governatore della Banca di Russia, Elvira Nabuillina, e da ben 14 anni il presidente della Banca centrale del Botswana, Linah Mohohlo, uno dei Paesi economicamente più sviluppati dell’Africa.
Esiste un’estesa letteratura sulla “mascolinità” dell’economia. Nel XX secolo si credeva che l’approccio competitivo e gerarchico del capitalismo fosse tipico di una economia gestita al maschile. Seguendo lo stesso criterio, l’azienda cooperativa è stata spesso percepita come il modo femminile di gestire un’attività economica. E poi c’è la cosiddetta “economia femminista” che si pone in alternativa al modello economico convenzionale di indirizzo neoclassico – considerata appunto maschilista ‒ e pone l’accento sulla dimensione umana, sociale ed ecologica delle attività economiche.
Personalmente, non mi piace e non condivido l’uso di un approccio di genere all’economia come a nessun altro settore. Condivido invece l’opinione di chi crede che quando una donna arriva ad assumere una posizione di potere, normalmente è soltanto perché sono state riconosciute le sue capacità.
E mi pare che sia questo il caso.
Nella sua prima conferenza stampa, Yellen dà un messaggio che colpisce non per le rassicurazioni che ci arrivano dalle indicazioni della politica monetaria che intende seguire, rimane nel solco del suo predecessore, ma per la sua stessa idea del ruolo che deve svolgere la Banca centrale (Federal Reserve negli Stati Uniti) nell’economia di un Paese.
Abbiamo imparato che la Banca centrale, responsabile della politica monetaria di un Paese, ha come obiettivo principale la lotta all’inflazione. Yellen ha affermato che un po’ di inflazione non fa male, che la Banca deve diventare un attore potente contro la disoccupazione e che il suo compito principale è quindi quello di sostenere e consolidare la crescita. La Federal Reserve «deve aiutare tutti: troppi americani ancora non trovano lavoro e la Banca centrale può contribuire a dare una vita migliore a chi lavora duramente».
Mi pare si tratti di un vero capovolgimento di prospettiva, di una speranza; anche per l’Europa.