La fatica della guerra

A quasi due mesi dall’inizio dei bombardamenti della coalizione dei “volenterosi” l’angoscia cresce.
Libia in fiamme

L’incertezza regna sovrana sulla Libia. Le notizie di agenzia il più delle volte non sono verificabili. Nei fatti, ancora nulla di preciso si sa. Circolano le voci più disparate sulla sorte di Gheddafi, ma nessuna certezza sembra farsi largo nei fumi sempre più spessi dei bombardamenti.

 

Mons. Giovanni Martinelli, vescovo di Tripoli, continua ad essere praticamente la sola fonte di informazione credibile a Tripoli. L’abbiamo sentito anche questa mattina, non solo per l’ormai consueto scambio di notizie, ma soprattutto per trasmettere a lui e a tutta la comunità di Tripoli – cattolica o meno – la solidarietà di tutta la famiglia di Città Nuova, di tutti i nostri lettori.

 

«Sembra tutto tingersi sempre più di scuro – mi dice mons. Martinelli – , la tela stessa si fa chiaro-scura. La diplomazia continua a non fare nulla, o quasi, le bombe cadono a ritmi sempre più sostenuti, l’incertezza regna sovrana, la scarsità dei beni di prima necessità si fa largo. Anche noi siamo sottoposti ad uno stress di non poco conto. Oggi partiranno le “Piccole suore” verso la Tunisia, per poter tirare il fiato».

 

Il presule non cessa di intercalare alle sue denunce e alle sue parole di sconforto quei cenni di speranza che gli vengono dalla sua origine francescana: «Tutto va bene nel nostro cuore… Tutto è bello per chi sa vedere l’amore di Dio… Ci sono sempre persone da amare…». Ma la situazione è evidentemente durissima: «I bombardamenti fanno molte vittime civili, anche oggi è crollato un muro accanto ad un ospedale e ci sono state alcune persone seppellite. Siamo veramente allo stremo, questa è la verità, ma non cessiamo di sperare».

 

Dalle sue parole emerge l’amarezza per una guerra che si voleva rapida e chirurgica, e che si sta rivelando, come sempre una mattanza. Dall’Est i rivoltosi – sempre più evidentemente forniti di armi e consulenza dai “volenterosi” che contemporaneamente bombardano con l’aviazione – sembrerebbero avanzare, il condizionale è d’obbligo. È ora di mettere fine a questa guerra, non cesseremo mai di ripeterlo. Sulle macerie appare sempre più difficile ipotizzare un futuro di pace e riconciliazione.

 

Intanto l’agenzia Africa Times news riferisce che lo scorso 6 maggio i capi di alcune tribù, pur confermando il loro sostegno a Gheddafi, si sono detti disposti a lavorare ad un accordo di amnistia generale che coinvolga tutte le parti in causa. Hanno inoltre invitato le popolazioni delle città controllate dai ribelli a delle "marce popolari per disarmare i ribelli pacificamente".

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